Santi di Tito
Santi di Tito (Borgo San Sepolcro, 6 ottobre 1536 – Firenze, 23 luglio 1603) è stato un pittore e architetto italiano. Fu una delle personalità più influenti della pittura fiorentina (e toscana) della seconda metà del Cinquecento.
Si formò a Firenze alla bottega di Sebastiano da Montecarlo e fu in contatto anche con Agnolo Bronzino e con Baccio Bandinelli. Si iscrisse alla compagnia di San Luca nel 1554, ma della sua produzione giovanile si sa poco, anche perché la sua personalità pittorica inizia ad emergere solo dopo un viaggio a Roma dal 1558 al 1564, dove poté accostarsi al classicismo dei seguaci di Raffaello. Nella città dei papi iniziò così a lavorare nelle imprese decorative più importanti del momento, come a palazzo Salviati (1559), al Belvedere nei Palazzi Vaticani con Niccolò Circignani (1561-1562), alla Casina di Pio IV accanto a Federico Zuccari (1561-1565).
Il contatto con gli Zuccari fu fondamentale per elaborare una riforma antimanieristica, che tornato a Firenze propose con decisione e che lasciò una forte impronta nell'ambiente artistico locale. Accolto dalla corte medicea e partecipò attivamente alla vita dell'Accademia di San Luca, preparando per esempio gli apparati per le esequie funebri di Michelangelo e poi affrescando la Costruzione del Tempio di Salomone nella cappella della compagnia nella Santissima Annunziata.
Le prime opere di questa fase mostrano ancora le convenzioni linguistiche tipiche della maniera romana, come nella Resurrezione in Santa Croce (1565), anche se presto il pittore operò una semplificazione dello stile con un recupero della semplicità compositiva e della sobrietà del primo Cinquecento fiorentino, unito a un'intensa e devota religiosità, ben si adattava ai dettami della Controriforma. Mantenne questa sua forma di "purismo" fino alle opere più tarde, e influenzando la pittura fiorentina almeno fino all'arrivo in città di Pietro da Cortona.