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Paolo Veronese


Paolo Caliari, detto il Veronese (Verona, 1528 – Venezia, 19 aprile 1588), è stato un pittore italiano rinascimentale della Repubblica di Venezia.

La sua formazione si svolse nella natia Verona, ma di grande rilievo per gli influssi che ebbero sulla sua arte e sulla sua carriera furono anche le giovanili esperienze fatte prima nel trevigiano e poi a Mantova, presso la corte dei Gonzaga. In seguito si trasferì a Venezia, ove divenne noto come "Il Veronese", e dove dal 1556 risiedette pressoché stabilmente fino alla morte, ottenendo notevoli successi sin dall'inizio della sua permanenza lagunare.

Nel 1566 sposò Elena Badile, figlia del suo primo maestro Antonio Badile, dalla quale ebbe cinque figli, compresi Carlo (20 luglio 1570 - 1596) e Gabriele (1568 - 1631) che, con il fratello di Paolo, Benedetto, furono i suoi principali collaboratori e che, dopo la sua morte, ne proseguirono, con modesto esito, l'attività di bottega, ormai tra le maggiori di Venezia, talvolta firmando collettivamente le loro opere con la dicitura Heredes Pauli Caliari Veronensis.

Attratto sin dalle sue prove d'esordio dalle innovazioni manieristiche piuttosto che dallo stile antichizzante dei suoi primi maestri veronesi, Caliari terrà ferma questa sua matrice anche dopo l'insediamento a Venezia. Difatti, pur certamente attingendo anch'egli alla grande tradizione veneziana, allora incarnata da Tiziano e dal nascente genio di Tintoretto, Paolo mantenne, anche in laguna, un'identità artistica “altra”, “foresta”. Nella pittura del Veronese, infatti, il disegno sarà sempre, con la parziale eccezione della sua produzione estrema, un valore centrale, mentre non lo fu nella coeva pittura veneziana, e così pure il trattamento del colore sarà diverso dalla tradizione autoctona: il Veronese, infatti, non farà mai del tutto suo il tonalismo (altra caratteristica di fondo della pittura veneziana del tempo), ma preferirà un uso del colore netto e vivace, con campiture ben definite e caratterizzate, in modo diverso dalla pittura tonale, da decisi cangiantismi.

Rilevante sarà il suo lascito per i successivi sviluppi della pittura in laguna, dove in epoca tardo barocca maestri quali Sebastiano Ricci e ancor di più il Tiepolo ne riprenderanno in modo evidente l'esempio.

Fuori dall'ambito veneziano forte fu l'influsso del Caliari sul bolognese Annibale Carracci e prima ancora sul fratello di questi Agostino che in sodalizio con lo stesso Paolo si dedicò ad una fortunata attività di traduzione incisoria della produzione pittorica del Veronese. Tramite i Carracci l'arte di Paolo Caliari diverrà una delle componenti di rilievo della ventura pittura barocca italiana.

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