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Carlo Maratta

Carlo Maratta


Carlo Maratta, talvolta menzionato anche come Carlo Maratti (Camerano, 15 maggio 1625 – Roma, 15 dicembre 1713), è stato un pittore e restauratore italiano.

Fu una figura centrale della pittura romana ed italiana della seconda metà del Seicento; durante la vita fu celebrato come il massimo pittore del suo tempo, improntando anche gran parte della produzione artistica del secolo successivo. Nel periodo neoclassico, la sua arte fu assai criticata e cadde nell'oblio; solo nel Novecento ne fu riscoperto il valore.

La pittura romana tra Seicento e Settecento era dominata dal contrasto tra classicismo e barocco; Maratti riuscì nel difficile compito di conciliare le due opposte tendenze, partendo dal classicismo di Raffaello e accogliendovi un barocco privo di eccessi retorici.

Molto interessante fu anche la sua opera di restauratore di opere pittoriche: gli affreschi di Raffaello della Villa Farnesina e, nel 1702, delle Stanze Vaticane, oltre a quelli della Galleria di Annibale Carracci a Palazzo Farnese.

La pittura del Maratti fu celebrata da Giovan Pietro Bellori che ne elogiava la grazia e la purezza di composizione, ritenendolo l'unico artista vivente degno di comparire nelle sue Vite de' pittori, scultori e architecti moderni, del 1672. Il Mengs disse di lui: ei sostenne la pittura in Roma che non precipitasse come altrove. Successivamente, nel periodo neoclassico si alternarono giudizi severi e lodi, ma nel complesso la sua arte fu assai criticata. Nel Novecento l'arte del Maratti fu riscoperta e il pittore è oggi ritenuto una figura cardine dell'arte tra Sei e Settecento.