Santi Ambrogio e Carlo al Corso, anche conosciuta solo come San Carlo al Corso, è una basilica minore rettoria di Roma, chiesa "nazionale" dei lombardi residenti a Roma. La sua costruzione iniziò nel 1612, in sostituzione di un edificio del X secolo. Il titolo cardinalizio della chiesa appartiene tradizionalmente all'arcivescovo di Milano.
La basilica a tre navate ha la pianta a croce latina, una particolarità è l'ambulacro, che gira intorno al presbiterio come prosecuzione delle due navate. La cupola, la quinta di Roma per ampiezza, presenta un alto tamburo dove si affacciano diverse finestre che illuminano l'interno della chiesa.
L'interno molto luminoso, ricco di stucchi (decorazione di Giacomo e Cosimo Fancelli), finti marmi e affreschi, è uno degli esempi più caratteristici dello sfarzo teatrale del tardo barocco romano. La volta della navata centrale, il catino dell'abside e i pennacchi della cupola (simile a quella della chiesa dei Santi Luca e Martina) con i profeti sono affrescati da Giacinto Brandi e Giovanni Battista Beinaschi. Sempre di Brandi sono i dipinti dei Santi in gloria nei bracci del transetto.
La volta della prima campata della navata destra è affrescata da Paolo Albertoni, mentre nella prima cappella a sinistra va ricordata la pala con La profezia di San Barnaba di Pier Francesco Mola; nella chiesa è anche conservato un dipinto di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. Presso l’altare maggiore si può osservare la grande pala con la “Gloria dei Santi Ambrogio e Carlo”, uno dei capolavori di Carlo Maratta.
All'esterno, ai lati dell'abside e di fronte all'antico Mausoleo di Augusto, si trovano due gigantesche statue dei santi titolari, tra le più grandi di Roma.
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