Giovan Battista Moroni
Giovan Battista Moroni (Albino, 1522 – 5 febbraio 1578/1579) è stato un pittore italiano.
Moroni, formatosi presso il Moretto, da cui riprende l'intonazione severamente devozionale nei dipinti di soggetto religioso, è famoso soprattutto per la sua attività di ritrattista, con dipinti che possono essere definiti «ritratti in azione», presentando personaggi nell'attimo in cui stanno compiendo un gesto, in modo da evitare l'arida fissità del ritratto ufficiale.
La sua formazione artistica inizia, verso la metà degli anni Trenta, nella bottega bresciana del Moretto, risulta del 16 agosto 1532, un atto di affitto della casa in Albino di cinque anni per il trasferimento dell'intera famiglia a Brescia; frequentata ancora nel 1543, come testimonia un suo disegno preparatorio alla pala morettiana della Madonna e i santi Gerolamo, Francesco e Antonio nella chiesa di San Clemente di Brescia. Un documento del 1549 cita una collaborazione tra il Moretto e l'ormai emancipato allievo che operava già a Trento verso il 1547, durante il Concilio, a contatto con la corte del Principe vescovo Cristoforo Madruzzo; è anche a Orzivecchi e nella sua Albino, per affrescare Palazzo Spini.
È operoso a Bergamo per tutti gli anni Cinquanta, che segnano la maggior fortuna dell'artista, come attestano i numerosi ritratti di esponenti dei circoli aristocratici, intellettuali e politici, spagnoleggianti e neofeudali, della città.
Se, in particolare nelle giovanili opere sacre, il Moroni si vale dei modelli del maestro Moretto, la sostanza della sua pittura religiosa mostra la sua attenzione ai primi dibattiti nel Concilio di Trento, ancora volti alla ricerca di un canone comune di cattolici e protestanti dell'immagine religiosa. Così si giustificano le pale di Orzivecchi e di Trento e il Redemptor Mundi dell'Accademia Carrara. Ma del tutto originali sono la Coppia in adorazione davanti alla Madonna col Bambino e San Michele di Richmond o il Devoto in contemplazione del Battesimo di Cristo dove sono stati rilevati riferimenti agli insegnamenti di Ignazio di Loyola, noti a Bergamo dal 1551 - "la composizione consisterà nel vedere, con la vista dell'immaginazione, il luogo fisico dov'è quel che voglio contemplare".