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Francesco Paglia


Francesco Paglia (Brescia, 6 ottobre 1635 – Brescia, 21 febbraio 1714) è stato un pittore e critico d'arte italiano.

Le corrette date di nascita e di morte del Paglia sono state rese note da Camillo Boselli nel 1964 sulla base di documenti inediti dall'archivio della chiesa di San Giovanni Evangelista, alla cui parrocchia il pittore apparteneva dato che dichiara di abitare in contrada della Pallata (oggi corso Garibaldi) in un estimo del 1685.

Si forma a Bologna nella bottega del Guercino, ma il primo periodo di alunnato è difficilmente ricostruibile. Il Guercino muore nel 1666, quindi la permanenza del Paglia a Bologna è da collocare attorno agli anni 60 del secolo. In questo periodo sono già collocabili alcune opere, tra cui un episodio delle Storie della vita di santa Scolastica per la chiesa di Santa Maria in Organo di Verona. La prima opera della produzione bresciana è la pala per la chiesa di Santa Maria della Carità con i Santi Sebastiano, Antonio e Rocco, datata 1672 sul retro. Al 1675 è invece databile l'Assunta per la già citata chiesa di San Giovanni, suo capolavoro e opera più nota in assoluto.

La carriera di Paglia, tuttavia, non resta relegata alla provincia bresciana; grazie agli studi degli ultimi anni, sono emerse opere dell'artista soprattutto in Veneto, come nel caso delle tre pale per il duomo di Candiana, dei primi anni Novanta; Boschini, in una lettera a Leopoldo de' Medici, ricorda Paglia attivo nella chiesa veneziana di San Nicolò al Lido per un intero ciclo di tele, oggi perduto[3]. Inoltre, dall'analisi di molte pagine del "Giardino della Pittura", Paglia dimostra di conoscere direttamente molti dei luoghi che descrive, tra Veneto, Lombardia occidentale, Emilia-Romagna, Italia centrale.

Tra la seconda metà del Seicento e l'inizio del Settecento il Paglia scrive e pubblica, a più riprese e in più edizioni, il Giardino della Pittura, un grande componimento in prosa e poesia combinate. Si tratta di una ponderosa guida redatta in forma dialogica, in cui Poesia e Pittura dialogano e descrivono le opere di Brescia, del Territorio bresciano e del resto d'Italia; ancora oggi si configura come la più importante fonte antica per l'arte Bresciana del Seicento.

Ebbe tre figli, Antonio Paglia, Angelo Paglia ed Eufrasia, tutti pittori.