Carlo Ceresa
Carlo Ceresa (San Giovanni Bianco, 20 gennaio 1609 – Bergamo, 29 gennaio 1679) è stato un pittore italiano.
Generalmente si tende a definire il suo stile “alla veneta”, poiché sovente faceva ricorso a colori molto forti, accostati tra loro in modo semplice. Il tutto per rendere l'opera più “vicina” al fedele, il vero utente dei suoi dipinti, che generalmente possedeva una cultura artistica molto approssimativa. E fu questa sua religiosità molto semplice, vissuta anche in prima persona e trasferita nei dipinti, a renderlo poco amato dalle alte istituzioni ecclesiastiche cittadine, da sempre poco inclini a fare eseguire opere così “informali”, che gli commissionarono pochissimo lavoro.
La maggior parte delle sue opere a sfondo sacro si trovano quindi in piccole chiese delle valli bergamasche, dove tuttavia non sempre sono state conservate nel migliore dei modi: spesso i dipinti stessi venivano eseguiti al risparmio, dove i committenti raccomandavano di non spendere troppo per le materie prime quali i colori, le tele e le cornici. A questo si aggiungano le condizioni climatiche all'interno delle strutture sacre non propriamente ottimali, che costringevano i dipinti a subire il caldo durante l'estate e il gelo in inverno. Questo ha portato gli affreschi ad un rapido deterioramento, con perdita del colore e defogliazione delle pareti su cui erano applicati. Bisogna poi aggiungere che i restauri a tali opere sono stati spesso deleteri, con manomissioni spesso inopportune.
Tra le sue opere, stimate nel numero di 350, spesso venivano erroneamente inserite quelle eseguite dai figli Giuseppe e Antonio. I due figli cercarono di seguire le orme del padre, imitandone lo stile e le peculiarità artistiche. Soltanto in un secondo momento Antonio, considerato il più dotato tra i due, cominciò a perfezionarsi al punto da distinguersi dal padre. Non vi fu però una scuola ceresiana poiché Antonio morì giovanissimo, a soli 20 anni e solo sei mesi dopo il padre, mentre Giuseppe ne seguì la sorte pochi anni dopo.