Arcangelo di Cola
Arcangelo di Cola (Camerino, ... – ...; fl. XV secolo) è stato un pittore italiano, legato al gotico internazionale.
Arcangelo si forma presso il conterraneo Olivuccio di Ciccarello tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento. La prima notizia documentaria risale al 1406, quando il pittore è citato nel testamento del padre Cola di Vanni.
Nel 1416 Arcangelo è a Città di Castello dove dipinge un affresco, perduto, rappresentante una Santa Maria Maddalena e altre figure, nella sala del Consiglio del palazzo pubblico, per il quale viene registrato un pagamento il 19 ottobre 1416.
l 29 giugno 1420 Arcangelo è a Firenze dove stipula un contratto in cui prende in affitto la casa di Cipriano di Simone posta nel popolo di San Michele Bisdomini a partire dal 31 ottobre successivo. Gli ultimi studi hanno contribuito a sbrogliare in parte il mistero sull'inizio di tale soggiorno; il pittore sarebbe arrivato in città tra il 1419 e il 1420, al seguito di Berando da Varano, legatissimo sia a papa Martino V, a Firenze dal 1419, e a Esaù Martellini, futuro committente del pittore. Arcangelo inizialmente prese "in affitto una casa in via Sant'Egidio, di proprietà dei Guiducci di Spicchio", che in seguito gli commissioneranno un'opera. Dal 27 settembre 1420, Arcangelo risulta immatricolato all'Arte dei Medici e Speziali. L'anno successivo il pittore è iscritto anche alla Compagnia di San Luca.
Al primo soggiorno fiorentino appartengono di certo la preziosa anconetta (1420-22), oggi alla Galleria Nazionale delle Marche a Urbino, raffigurante al centro una Madonna in trono col Bambino e ai lati, su due registri, l'episodio delle Stimmate di San Francesco d'Assisi, i Santi Antonio abate e Bartolomeo, la Crocifissione e un San Cristoforo; insieme a questa ancona anche un dittico, unica opera recante la firma di Arcangelo, raffigurante Madonna in trono col Bambino e angeli da un lato e la Crocifissione dall'altro, oggi in collezione Frick a Pittsburgh, è riconducibile ai primi anni venti, per i forti richiami all'arte del conterraneo Gentile da Fabriano.
Dopo il soggiorno romano, di cui pure non rimangono opere, Arcangelo probabilmente torna a Firenze. Appartengono a questo periodo: la Madonna in trono col Bambino e angeli musicanti, oggi nella Yale University Art Gallery a New Haven, le tavole raffiguranti Santi nella Narodni Galerie di Praga, i cinque pannelli, parti di predella, conservati nella Galleria Estense di Modena e i due pannelli, sicuramente residui di una cuspide, oggi in collezione privata a Dallas. Tutti questi comparti erano inizialmente parte del medesimo polittico.
Tra il 1424 e il 1425 Arcangelo realizza per Esaù Martellini la Madonna in trono col Bambino e sei angeli, oggi nella chiesa di San'Ippolito e Donato a Bibbiena: la pala, considerata il capolavoro del Camerte rivela l'influsso dell'arte del Beato Angelico e di Masaccio.
Gli ultimi documenti che citano Arcangelo risalgono al 1428, quando il pittore è presente al testamento di Niccolina Varano, vedova di Braccio da Montone, e al 1429, quando è nominato perito, insieme ad Ansovino di Nanzio, per la stima del coro ligneo della chiesa di San Domenico a Camerino, opera di Gaspare da Foligno. Due sono le opere tarde dell'attività di Arcangelo: la Madonna della Pinacoteca di Camerino e l'edicola affrescata nella chiesa di San Francesco a Pioraco (1430 ca.). La data di morte non è nota, ma si immagina non molto oltre il 1430.