Andrea Previtali
Andrea Previtali, detto il Cordeliaghi (Berbenno, 1480 circa – Bergamo, 1528), è stato un pittore italiano.
Le sue innate doti artistiche lo condussero in giovane età a Venezia, uno dei principali centri artistici del tempo. Dall'attività commerciale, la famiglia veniva riconosciuta con il soprannome Cordelle e agi, cosa che sicuramente non dispiacque al Previtali che firmò alcune opere come Andrea Cordellaghi.
Il Previtali firmò alcune sue opere eseguite a Venezia come Andrea Bergomensis, mentre quando fece ritorno nella città orobica firmò i suoi lavori Andreas Privitalus.
Qui si formò ed affinò la sua abilità grazie a Giovanni Bellini, che lo ospitò nella propria bottega, risulta presente nel 1502 dove viene indicato come Ioanis Bellini dissipulus sul dipinto Madonna con il Bambino e donatore che si trova nel Museo Civico di Padova. I dipinti giovanili, tra cui ritratti ed incantevoli paesaggi, risentono delle influenze di pittori quali il Carpaccio, Giorgione e Palma il Vecchio, che l'artista incontrò durante il suo soggiorno presso la Serenissima. Dal 1510 l'artista non firmò più le sue opere come allievo di bottega del Bellini, questo lo considererebbe emancipato.
Attorno al 1511 il Previtali tornò a Bergamo, probabilmente chiamato dalla famiglia Casotti de Mazzoleni che voleva accattivarsi il nuovo governo filo-veneto presente in città. Furono quattro i primi lavori che gli vennero commissionati, nel 1512 dipinge quella che è la sua prima opera importante: il San Sigismondo nella chiesa di Santa Maria del Conventino, trittico di cui rimane solo una parte; affreschi per Paolo Casotti nel Palazzo Zogna, ne rimangono visibili ora alcune lunette raffiguranti arti e mestieri; la San Giovanni Battista ed altri Santi, sempre su commissione della famiglia Casotti per la chiesa di santo Spirito e la Pala di Sant'Orsola conservata presso l'Accademia Carrara, commissionata da Jacopi Filippo Foresti per la chiesa di sant'Agostino.
Nel 1512 a Bergamo arrivò Lorenzo Lotto e il Previtali si lasciò influenzare dalle sue opere, collaborando con lui tanto che quando il Lotto tornerà a Venezia, sarà lui il tramite nella realizzazione e controllo delle tarsie del coro di Santa Maria Maggiore ad opera di Giovan Francesco Capoferri.
Nel 1524 realizzò la pala di san Benedetto per la cattedrale di sant'Alessandro, che è considerata la sua opera più importante. Fu maestro del pittore Agostino Facheris da Caversegno. Di questo alunnato resta il polittico, dipinto a due mani, commissionato dai Gozzi per la loro cappella in Santo Spirito. Le sue numerose opere riguardavano principalmente la sfera della devozione, con ritratti molto realisti e luminosi, frutto di raffinatezza e perizia.
Nulla si conosce della sua vita privata, non sono presenti documenti che indichino matrimoni e non vi è documentazione di testamenti: si è a conoscenza solo della morte, avvenuta il 7 novembre 1528 di peste nella sua casa vicina alla chiesa di Sant'Andrea in Bergamo, solo grazie alle notizie riportate dallo storico dell'arte Francesco Tassi.