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Biagio Rossetti

Biagio Rossetti


Biagio Rossetti (Ferrara, 1447 circa – Ferrara, 1516) è stato un architetto italiano.

Biagio Rossetti conosce le novità formali dell’architettura tosco-emiliana mediate dalla cultura veneziana e le rielabora secondo una cifra personale profondamente radicata nella tradizione architettonica locale: l’architettura rossettiana ferrarese mantiene saldamente le caratteristiche dell’architettura padana ma viene reinterpretata secondo il linguaggio dei nuovi modelli rinascimentali e collocata in una relazione dimensionale del tutto innovativa con il contesto urbano. Le trasformazioni a scala urbanistica coordinate dal Rossetti si caratterizzano per una straordinaria modernità che è sempre in grado di dialogare con la morfologia urbana preesistente.

La figura del Rossetti è documentata nei cantieri ducali a partire dagli anni Sessanta del XV secolo come aiuto di Pietro Benvenuti dagli Ordini (Ferrara, doc. 1448 – 1483) che verrà nominato “inzegnero” ducale da Borso d’Este (marchese, poi duca di Ferrara, Modena e Reggio dal 1450 al 1471) nel 1469. Nel 1483, alla morte del maestro, viene nominato inzegnero ducale da Ercole I (duca di Ferrara, Modena e Reggio dal 1471 al 1505), carica che rivestirà anche durante il ducato di Alfonso I (duca di Ferrara, Modena e Reggio dal 1505 al 1534) e fino all’anno della sua morte. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta l’attività di Rossetti è documentata in diversi cantieri di Ferrara: quello del Campanile di San Giorgio, dell’abside di San Nicolò, delle mura medievali della città.

È documentato per lavori di architettura a Rovigo, Argenta e a Venezia, dove si recherà diverse volte nel corso degli anni Ottanta. Gli anni Novanta sono segnati da un’incessante attività edilizia, che vede l’architetto coinvolto in numerosi cantieri in città. Dall’agosto del 1492 è impegnato nel progetto di ampliamento della città verso nord, conosciuto come Addizione Erculea. La decisione di Ercole I di intraprendere questa straordinaria operazione urbanistica scaturisce da motivazioni politico-economiche ma soprattutto da motivazioni militari, al fine di costruire una linea difensiva più lontana dal centro abitato. Tali motivazioni orientano le scelte pianificatorie in senso innovativo: alla tradizionale logica di espansione urbana basata su una dilatazione pluridirezionale per annessione di borghi già edificati, viene preferita un’addizione ex-novo basata sull’inclusione di un’area totalmente inedificata al di là del limite settentrionale.

Le trasformazioni a scala urbanistica coordinate dal Rossetti si caratterizzano per una straordinaria modernità che è sempre in grado di dialogare con la morfologia urbana preesistente: la Terranova viene pensata secondo una nuova maglia viaria generata da due direttrici principali, la via degli Angeli e la via dei Prioni. Il tessuto viario di connessione tra l’Addizione Erculea e la città medievale non si impone con rigidità geometriche che mal si raccorderebbero ai tracciati preesistenti di quest’ultima ma si modula per adattarsi ad essi. Lungo le nuove percorrenze dell’Addizione vengono edificati negli anni a cavallo tra XV e XVI secolo alcune tra le architetture più rappresentative della cultura architettonica ferrarese: lo spazio di Piazza Ariostea, i palazzi dei Diamanti, Prosperi Sacrati, Turchi di Bagno, Strozzi-Bevilacqua, Rondinelli e tutte le residenze nobili lungo la via degli Angeli. Oltre ai lavori per la nuova cinta muraria della città, il Rossetti lavora ai più importanti cantieri di architettura religiosa ferrarese: le chiese di Santa Maria in Vado (su disegno del pittore Ercole de' Roberti), San Francesco, San Benedetto, San Vito, San Gabriele, San Silvestro, San Niccolò, la Certosa di San Cristoforo e l’abside della Cattedrale.

Nei primi anni del Cinquecento la sua presenza è documentata in alcuni cantieri di edilizia residenziale come palazzo Costabili (noto anche come palazzo di Ludovico il Moro) della cui costruzione venne incaricato Rossetti insieme al tagliapietra Gabriele Frisoni, palazzo di Giulio d’Este e palazzo Roverella. Diversi gli incarichi affidati all’architetto fuori dalla città: Carpi, Milano e Firenze.