Vincenzo Vela
Vincenzo Vela (Ligornetto, 3 maggio 1820 – Mendrisio, 4 ottobre 1891) è stato uno scultore svizzero-italiano.
Fu particolarmente influenzato dalle ricerche formali di Lorenzo Bartolini e dalla pittura romantica di Francesco Hayez. Nel 1842 vinse col bassorilievo Cristo che risuscita la figlia di Giairo il concorso di scultura indetto dalla città di Venezia e termina gli studi nel 1844. Il naturalismo di Bartolini è riscontrabile a partire dalle opere giovanili di Vela, tra cui la preghiera del mattino del 1846, di proprietà dell'Ospedale Maggiore di Milano, esposta presso Palazzo Morando a Milano.
Tra il 1844 e il 1846 ottenne le prime commissioni private, tra cui il monumento al vescovo di Pesaro Giuseppe Maria Luvini del 1845, conservato nell'atrio di palazzo civico a Lugano, grazie al quale raggiunse un discreto successo negli ambienti artistici milanesi. Per lo stesso palazzo civico eseguì anche una statua e due trofei a decorazione della facciata, per i quali ricevette un compenso di 750 lire. Il forte realismo della Preghiera del mattino, scolpita nel 1846, raccolse ampi consensi da parte della critica progressista.
Nel 1847 si recò a Roma, dove conobbe Pietro Tenerani. Poi, tornato in patria, partecipò nel 1848 come volontario alla guerra del Sonderbund e successivamente alla Prima guerra d'indipendenza italiana contro l'Austria, partecipando alle giornate di Como; dopo la sconfitta concepì due dei suoi più noti capolavori, lo Spartaco (1847, modello in gesso, alto 208 cm, Museo Vela) ora conservato nell'atrio del palazzo civico di Lugano: una delle icone rivoluzionarie dell'Ottocento, e la Desolazione, presentati in esposizione a Brera nel 1851.
Nel 1852 si trasferì a Torino dove insegnò scultura all'Accademia Albertina e tra gli allievi ebbe Gabriele Ambrosio (1844–1918). Nel 1867 venne sostituito dal suo allievo Odoardo Tabacchi, e in città gestiva ben tre atelier: il principale si trovava nella casa Porrino di via San Maurizio 3; il 28 giugno 1852 firmò un disegno progettuale per il monumento funebre della famiglia Prever; nel 1853 predispose per la tomba della famiglia Calosso un'edicola classicheggiante: in essa l'erma del defunto, chiusa in una conchiglia, sovrasta un bassorilievo che raffigura l'amore filiale; entrambi i monumenti vennero poi collocati nel Cimitero monumentale di Torino. La scultura della Contessina d'Adda col cane è degli anni 1852-1854 (bozzetto in gesso, alto 104 cm a Ligornetto, Museo Vela).
Dopo aver scolpito a Milano nel 1854 una statua marmorea di Gabrio Piola, posta all'Accademia di Belle Arti di Brera, tramite l'amico e poeta trentino Andrea Maffei si dedicò alla realizzazione del Monumento funebre a Gaetano Donizetti, eretto nel 1855 nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo. Gli fu poi commissionato un monumento a Cesare Balbo, inaugurato nel giardino dei Ripari l'8 luglio 1856, e sempre di Vela è il Monumento sepolcrale alla contessa Maria Isimbardi d'Adda.
Nella sua numerosa produzione celebrativa è da ricordare il Monumento all'Alfiere dell'esercito sardo degli anni 1857-1859, commissionatogli nel 1856 da un comitato di patrioti milanesi e collocato e inaugurato il 10 aprile 1859[7] in piazza Castello davanti a Palazzo Madama (allora Palazzo del Senato), a ricordo delle giornate del 1848 in cui piemontesi e lombardi avevano combattuto insieme contro l'Austria. A Lugano nel parco della villa Ciani è tuttora esposta al pubblico la copia della Desolazione, poiché l'originale è in deposito per sottrarlo alla furia dei vandali. Grande consenso di critica ottiene la statua allegorica dell'Armonia dolente.