Giovanni Martino Spanzotti
Giovanni Martino Spanzotti (Casale Monferrato, 1455 circa – Chivasso, ante 1528) è stato un pittore italiano, tra i principali interpreti del rinnovamento in senso rinascimentale della pittura in Piemonte.
La sua biografia è suffragata, particolarmente nella fase iniziale, da scarse fonti documentali. Il suo primo apprendistato fu verosimilmente a Casale nella bottega del padre, Pietro, bottega nella quale doveva essere attivo anche il fratello Francesco (che la critica tende oggi ad identificare con il "Maestro di Crea").
Gli anni tra il 1470 e il 1480 rappresentano il periodo della sua formazione artistica. Probabile sembra, verso la metà degli anni settanta, un suo contatto diretto in Bologna con la scuola di Francesco del Cossa, stante il fatto che il giovane Martino utilizzò sicuramente alcuni cartoni del pittore ferrarese nella sua prima produzione artistica (in particolare nella Madonna con il Bambino ("Madonna Tucker") presso il Museo Civico di Torino).
È molto verosimile, tuttavia, che la parte più significativa del suo apprendistato si sia svolta a Milano (visto che in un documento redatto a Casale nel 1480 egli viene addirittura definito "Mediolani pinctore"). A Milano dovette soggiornare almeno in due riprese (l'ultima delle quali verso la fine degli anni ottanta), in modo tale che gli fu possibile continuare ad aggiornarsi sull'evoluzione della produzione pittorica nella capitale lombarda. Piuttosto evidente, nel linguaggio pittorico del ciclo di Ivrea, ove risalta la capacità di trattare la luce delle diverse ore del giorno, la padronanza degli effetti luministici, l'attenzione naturalistica agli aspetti della vita quotidiana, è l'influenza di Vincenzo Foppa. Nelle prospettive architettoniche, si avverte inoltre la lezione di Bramante e, ancor più, di Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino. Dal Bramantino ha adottato anche lo stile dei movimenti fisici.
Nel 1480 è ancora documentato a Casale, mentre nel 1481, in un atto redatto a Vercelli, è menzionato con l'appellativo di "magistro", che vale come titolo per la direzione di una bottega e come riconoscimento pubblico delle sue capacità pittoriche. Viene documentato a Vercelli tra il 1481 ed il 1498; si collocano verosimilmente all'inizio di questo periodo il Trittico della Galleria Sabauda di Torino (unica sua opera firmata) e l'affresco dell'Adorazione del Bambino di Rivarolo Canavese.
Nel periodo vercellese si registra, presso la sua bottega, il praticantato del pittore vercellese Giovan Antonio Bazzi, destinato a diventare, con l'appellativo de il Sodoma, artista tardo rinascimentale di grande rilievo.
L'espressione artistica più alta di questi anni è rappresentata dal ciclo di affreschi (ca. 1485 - ca. 1490) raffiguranti la Vita di Cristo che si trovano nella Chiesa di San Bernardino in Ivrea, l'opera più importante di Spanzotti, magistralmente commentata dallo scrittore e critico d'arte Giovanni Testori.