Francesco Jerace
Francesco Jerace (Polistena, 26 luglio 1853 – Napoli, 18 gennaio 1937) è stato un pittore e scultore italiano, esponente della scuola napoletana a cavallo del 1900.
Francesco Jerace era fratello di Gaetano (1860-1940), pittore, e Vincenzo (1862-1947),[3] pittore e scultore. Suo padre Fortunato era un disegnatore e costruttore di opere murarie, di ponti e di facciate di chiese: nella chiesa della Santissima Trinità di Polistena fece innalzare tutte le colonne granitiche della facciata. Suo cognato era Raffaele Longo, poiché aveva sposato una sorella dello scultore.
Lasciò la provincia di Reggio Calabria nel 1869, dov'era seminarista, per trasferirsi a Napoli dallo zio Vincenzo Morani, figlio di Fortunato, ma il padre e lo zio non approvarono. Successivamente entrò all'Accademia di belle arti di Napoli, dove fu allievo di Stanislao Lista e iniziò la sua carriera di pittore e di scultore.
Il suo primo lavoro fu un bassorilievo di gesso con una testa barbuta, conservata tuttora nel Municipio di Polistena. Il primo importante lavoro è del 1873: il monumento funerario per la famiglia di Mary Somerville; vengono poi le decorazioni della villa Meuricoffre e la partecipazione alla mostra nazionale di Torino (1880), con opere in cui Jerace manifesta un tono europeo. Sue sculture sono a Londra, a Varsavia, a Berlino, a Dublino, a Vienna. Nelle città italiane ha lasciato un segno, con le sue opere d'arte: oltre cinquanta monumenti, opere di argenteria e di decorazione, una ventina di busti. Nel 1880 a Torino scolpì Victa. Con Victa, Marion e i Legionari di Germanico, Francesco Jerace partecipò al triplice concorso dell'Esposizione Nazionale di Torino. Nella Villa La Fiorita, Francesco con le sue opere, impreziosì i giardini e i grandi saloni.
Tra i monumenti da lui scolpiti si ricordano: quello al compositore e pianista Martucci a Capua, quello al politico e avvocato Pietro Rosano ad Aversa (1907), quello al musicista Domenico Cimarosa e quello ai Caduti della prima guerra mondiale, sempre ad Aversa, quello al Cefaly nella villa catanzarese; quello a Umberto I di Savoia a Pizzo Calabro, a Gabriele Pepe a Campobasso, (1913), e infine all'austero ricordo di Arcoleo (1918) e i monumenti di guerra e d'arte sacra più recenti a Reggio Calabria, a Sorrento, a Stefanaconi e a Polistena.
Del 1897 è il monumento al musicista Gaetano Donizetti conservato a fianco del teatro al bergamasco dedicato.
Jerace scolpì numerosi monumenti e sculture a Reggio Calabria, tra cui il Monumento ai caduti di tutte le guerre, il pulpito marmoreo con le palme e le sculture di San Paolo e Santo Stefano di Nicea presso il Duomo, il Monumento a Giuseppe De Nava, dove è eternato il padre con lo squadro in mano nell'altorilievo frontale.