Skip to main content

Ercole de’ Roberti

Ercole de’ Roberti


Ercole de' Roberti, noto anche come Ercole da Ferrara (Ferrara, 1451-1456 – Ferrara, 1496), è stato un pittore italiano del primo Rinascimento, appartenente alla scuola ferrarese.

De' Roberti fu apprendista di Gherardo da Vicenza, Francesco del Cossa e Cosmè Tura e fu come loro uno dei protagonisti della scuola ferrarese, un gruppo di artisti attivo presso la famiglia degli Este a Ferrara. A causa di un errore di Vasari, il pittore venne a lungo confuso con Ercole Grandi, pure attivo a Bologna ma alcuni decenni più tardi.

Lavorò da adolescente agli affreschi di Palazzo Schifanoia, a Ferrara, a circa diciassette anni. Nel riquadro del mese di Settembre, a lui attribuito, le forme subiscono una stilizzazione geometrica (soprattutto nelle rocce) e le figure assumono una tale dinamismo, grazie ai contorni tesi e spigolosi, da rendere tutto antinaturalistico, ma di grande violenza espressiva.

Nel 1470-1472 accompagnò o comunque raggiunse Francesco del Cossa a Bologna, con il quale risulta impegnato in alcune importanti commissioni. Nel Polittico Griffoni in particolare (1472-1473) dipinse i santi sui pilastrini (sparsi in vari musei) e la predella con Storie di san Vincenzo Ferrer (nella Pinacoteca Vaticana). Nella predella in particolare si nota un'evoluzione del suo stile: se le architettura appaiono più organizzate razionalmente, restano i contorni spezzati delle figure, i panneggi sbalzati con forza e i paesaggi onirici, che nel complesso si addicono alle inquietudini serpeggianti nel periodo, che portarono sul finire del secolo a una crisi degli ideali rinascimentali.

Nel 1479 tornò a Ferrara aprì una bottega con il fratello Polidoro e con l'orafo Giovanni di Giuliano da Piacenza. Un punto di arrivo per il suo stile fu la Pala Portuense (1479-1481), per la chiesa di Santa Maria in Porto nei pressi di Ravenna, dove le tensioni espressionistiche sono relegate ad alcuni bassorilievi sul basamento del trono della Vergine, mentre il sentimento generale è accordato a una pacata ed equilibrata armonia, con corrispondenze simmetriche nei colori. Il tutto viene però anche movimentato dalla vertiginosa architettura del trono, che lascia spazio per un panorama aperto alla base (dove si allude alla mitica fondazione della chiesa) con colonnine dove il marmo è reso con straordinaria sensibilità luministica. Al 1486 è documentato un piccolo dipinto per Eleonora d'Aragona e un altro per il cardinale Ippolito I d'Este, che si apprestava a partire per l'Ungheria.

Nel 1492 fu occupato con altri artisti alla decorazione degli edifici del giardino della duchessa Eleonora, tra cui un oratorio e una "lozeta" segreta, per cui dipinse stemmi, indorò rosoni e una guglia. A novembre di quell'anno accompagnò Alfonso d'Este a Roma, in un viaggio di cortesia per rendere omaggio al nuovo papa Alessandro VI Borgia, di cui anni dopo Alfonso sposò la figlia Lucrezia.

L'11 dicembre 1494 venne licenziato dalla corte per aver accompagnato Alfonso d'Este nelle sue fughe notturne dal castello. Morì nel 1496 a Ferrara e venne sepolto nella chiesa di San Domenico. Sua moglie Lucia de' Fanti doveva essere più giovane, infatti è citata ancora in un documento del 1514. Ebbe un figlio di nome Geronimo.

Pur avendo prodotto molte opere, Ercole De' Roberti non raggiunse mai la ricchezza; la fortuna del pittore iniziò subito dopo la sua morte e ne abbiamo testimonianza in numerosi scritti di apprezzamento di artisti e critici del tempo, come il Volterrano, Filippo Achillini, Leandro Alberti e lo stesso Michelangelo Buonarroti.