Cosmè Tura
Cosmé Tura, noto anche come Cosimo Tura (Ferrara, 1433 circa – Ferrara, 1495), è stato un pittore italiano.
Fu il pittore di corte degli Estensi, duchi di Ferrara, e si può considerare animatore e fondatore della scuola ferrarese, della quale fu uno dei rappresentanti di spicco.
I primi documenti che lo riguardano sono datati al biennio 1451-1452, quando per la corte estense decorò alcuni oggetti d'uso quotidiano, come alcune bandiere con stemmi estensi per il Castello o un elmo dato in premio al vincitore di un torneo. Questi lavori erano all'ordine del giorno nelle botteghe artistiche e rappresentavano per esse una delle maggiori fonti di sostentamento. Forse ebbe modo di lavorare tra i miniatori di corte.
Dalla metà del 1452 all'aprile del 1456 non si hanno altri documenti a Ferrara sulla presenza di Tura, per cui si è ipotizzato che egli potesse aver intrapreso un viaggio, magari soggiornando a Venezia e, specialmente, a Padova, come sembrano suggerire molti indizi stilistici nelle sue opere. Forse furono gli stessi Este a sponsorizzare il suo viaggio di apprendistato, probabilmente interessati alle sue precoci doti artistiche. Lì era attiva la bottega di Francesco Squarcione, la più importante fucina di talenti dell'Italia settentrionale da cui uscirono molti maestri che diffusero lo stile rinascimentale come Carlo Crivelli, Michael Pacher e soprattutto Andrea Mantegna.
Dall'esperienza padovana Tura avrebbe ricavato il gusto per un segno netto e tagliente e per un'esuberanza decorativa, con citazioni dell'antico, che portò poi agli estremi livelli. Inoltre Squarcione filtrò le novità toscane portate a Padova da Donatello, consistenti nell'uso della prospettiva lineare, nelle linee forti e squadranti le forme e nella capacità di dare espressività umana alle figure.
Nel 1456 Tura fa dunque il suo rientro a Ferrara, dove diventa pittore in senso pieno, comparendo tra gli stipendiati di corte, addirittura con domicilio nel castello, che testimonia l'incarico come pittore di corte, sostituendo Angelo Maccagnino che era morto il 5 agosto di quell'anno. A Ferrara lavorò per Borso e Ercole I d'Este, non partendo più. Dotato di grande personalità e di multiformi capacità fu presente in tutte le manifestazioni artistiche della corte estense e i vari duchi che si succedettero, nei cinquant'anni della sua vita artistica, lo utilizzarono nei più disparati lavori, come consono agli artisti di corte dell'epoca, che non conoscevano una rigida specializzazione: fu, oltre che valente pittore, scenografo nelle feste e nei tornei, decoratore di arredi, vesti, coperte, vasellame, e disegnatore di cartoni d'arazzo.
Tra le prime opere è documentata una perduta lunetta per la porta del Duomo. A questo periodo sono attribuite di solito opere come la Madonna col Bambino e santi del Museo Fesch di Ajaccio e la Madonna col Bambino della National Gallery di Washington. Nel 1458 è documentato al lavoro nello studiolo di Belfiore, dove l'artista prosegue il lavoro di Maccagnino ridipingendo probabilmente anche alcune opere da lui avviate (Tersicore del Museo Poldi Pezzoli di Milano e Calliope della National Gallery di Londra).
Con la salita al potere di Ercole I d'Este (1471), Tura fu nominato ritrattista di corte, ruolo a cui si dedicò fino al 1486 quando venne sostituito dal più giovane Ercole de' Roberti. Lavorò inoltre alle decorazioni di stanze, di studi e della biblioteca di Giovanni Pico della Mirandola. Allo stato degli studi, invece, non ebbe alcun ruolo nella direzione degli affreschi di Palazzo Schifanoia a Ferrara, una delle numerose residenze estensi, con il celebre Ciclo dei Mesi eseguito materialmente nel 1469 da artisti come Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti, che viene considerato il più grande saggio collettivo della scuola ferrarese nonché uno dei cicli pittorici più singolari del Rinascimento europeo.