Il museo espone le collezioni dell'Istituto culturale ladino, che illustrano la storia e le tradizioni della popolazione locale dalla preistoria ai tempi moderni. oltre che la lingua e la cultura ladina della Val di Fassa. Tramite un sistema di supporti multimediali (punti informativi, filmati, documentari) alternato a più tradizionali pannelli esplicativi e a riproduzioni fotografiche, i manufatti esposti su tre piani ritrovano nuova vita e contribuiscono a ricostruire il cammino di un popolo, dalle origini alla contemporaneità.
La prima sezione (Le origini) al pianterreno ricostruisce le fasi più antiche del popolamento delle valli dolomitiche con la presentazione di reperti archeologici rinvenuti in zona.
Il livello intermedio è dedicato alle attività economiche tradizionali (agricoltura, allevamento, pastorizia, utilizzo delle risorse boschive, artigianato), con l’approntamento di appositi spazi tematici (La produzione e La trasformazione del prodotto), ma anche ai rapporti sociali, sia di carattere familiare che comunitario, alle istituzioni locali (Le Regole) e alle forme della ritualità, da quelle nuziali alla coscrizione. Tra le usanze, le tradizioni e le feste popolari, un posto di riguardo è stato riservato al carnevale fassano (Carnascèr), rievocato dalla presenza delle maschere principali (marascons, laché, bufon) e dei costumi. Suggestiva appare anche la ricostruzione di una stube settecentesca, con la stufa a schiena d’asino e mobili dipinti con i colori preferiti dai pittori e decoratori fassani (ocra, rosso, azzurro).
Al secondo piano il percorso espositivo spazia dalla storia (Dal Concilio di Trento alla Grande Guerra) alla cultura sacra e profana, dalla religiosità alle leggende, dalla scoperta alpinistica e turistica delle Dolomiti nel XIX secolo alla riscoperta novecentesca dell’identità ladina.