Il santuario della Beata Vergine dei Miracoli, venne eretto nel 1498 dal popolo di Saronno per dare degna ospitalità al simulacro della Madonna del miracolo (una statua della seconda metà del XIV secolo, posta allora in una cappella sulla strada Varesina) ritenuta dispensatrice di miracolose guarigioni.
Completate le eleganti architetture rinascimentali del primo santuario, si iniziò quasi subito a convocare una serie di artisti, tra i migliori attivi in quel tempo nel ducato lombardo, per i lavori di decorazione interna.
Si alternarono o si trovarono a collaborare tra loro pittori quali Bernardino Luini (1525 – 1532), Cesare Magni (1533), Gaudenzio Ferrari (1535 – 1545), Bernardino Lanino (1547); scultori del legno quali Andrea da Milano, detto anche Andrea da Saronno (1527 – 1536), Giulio Oggioni (1539); ma anche valenti plasticatori, battitori del ferro ed altro ancora.
Il primo grande artefice che legò il proprio nome al santuario di Saronno fu Bernardino Luini: a lui si deve il complesso degli affreschi che ornano le pareti dell'abside, del presbiterio, dell'antipresbiterio e di quelle sottostanti la cupola; sue sono anche le figure sulla volta della cappella del Cenacolo, ed un Natività posta nel chiostro.
Le principali opere eseguite per il santuario mariano riguardano doverosamente la vita della Madonna. Nell'antipresbiterio sono poste le scene dello Sposalizio della Vergine e di Gesù tra i Dottori; mentre nel presbiterio troviamo le scene dell'Adorazione dei Magi e della Presentazione di Gesù al Tempio: esse costituiscono uno dei punti più alto raggiunti da Luini come autore di opere a fresco.
Scomparso Bernardino Luini (1532), a continuare la sua opera negli impegnativi affreschi della cupola, fu chiamato Gaudenzio Ferrari (1534), che stava allora ultimando gli affreschi in San Cristoforo a Vercelli.
Il contratto con il Ferrari fu stipulato il 15 giugno 1534. È interessante notare come tra la data del contratto e quella dell'inizio dei lavori (luglio 1535) ci sia stato il tempo per l'ideazione e l'esecuzione di alcuni disegni preparatori, tanto per i suoi dipinti quanto per le sculture lignee affidate ad Andrea da Milano, segno di come Gaudenzio avesse sin da allora l'incarico di coordinare l'intero apparato decorativo della cupola, ruolo che egli mantenne anche dopo la ultimazione del Concerto degli Angeli sino al 1545, l'anno prima della sua morte.
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