L'oratorio, posto sulle mura delle Grazie, si affaccia su corso Maurizio Quadrio e sulla sopraelevata con la facciata laterale, unico prospetto visibile, in cui si aprono l'ingresso e quattro finestroni settecenteschi di forme barocche, che danno luce all'interno.
Eretto nel '400, l'oratorio assunse l'attuale aspetto barocco nella prima metà del Seicento, quando negli spazi delimitati dalle lesene e nel presbiterio furono inseriti i dodici grandi quadri per cui è famoso: non a caso è stato definito un museo della storia dell'arte genovese del '600, con opere dipinte da alcuni dei maggiori artisti liguri del tempo.
La magnifica raccolta presenta firme illustri: Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto ("San Giacomo che abbatte i Mori"), G.B. Carlone ("San Giacomo apre le porte di Coimbra a re Ferdinando" e "Martirio di San Giacomo"), Valerio Castello ("San Pietro battezza San Giacomo"), Giovanni Domenico Cappellino ("Predicazione dell'apostolo"), Domenico Piola ("Martirio del santo"), Giovanni Lorenzo Bertolotto ("L'invenzione della spoglia"), Aurelio Lomi ("I figli di Zebedeo presentati a Gesù") e Orazio De Ferrari ("La Vergine del Pilar appare a San Giacomo" e "San Giacomo consacra Pietro I martire").
La quadreria è assai significativa anche perchè le tele rappresentano i momenti più importanti della vita e dell'iconografia di San Giacomo, e sono state donate da singoli o da gruppi di confratelli. Difatti la chiesa è sede di una delle confraternite che nel Sei e Settecento furono protagoniste, in un trionfo di stendardi, crocifissi e gruppi scolpiti coperti d'oro e argento, delle famose processioni delle "casacce". L'oratorio conserva pure una cassa d'organo e un gruppo processionale, entrambi opera del marsigliese H. Pellè, oltre a tre crocifissi e sei panconi settecenteschi; dal 1987 sono in corso lavori di restauro.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.