La grotta del Buontalenti o Grotta Grande è uno degli ambienti più pregevoli e famosi del giardino di Boboli a Firenze. Fu iniziata da Giorgio Vasari, che creò la parte inferiore della facciata, ma la sua costruzione si deve soprattutto a Bernardo Buontalenti, che la realizzò tra il 1583 e il 1593, su incarico di Francesco I de' Medici.
La grotta artificiale è un capolavoro dell'architettura e della cultura manierista e rappresenta una singolarissima commistione tra architettura, pittura e scultura. Non a caso vi erano collocati fino al 1924 i quattro Prigioni incompiuti di Michelangelo, oggi conservati alla Galleria dell'Accademia.
L'esterno della grotta preannuncia l'interno bizzarro e sorprendente. È caratterizzato da un ingresso ampio tra due colonne sormontate da architrave, con concrezioni spugnose simili a stalagmiti al di sopra dei capitelli, che sembrano essere "colate" dall'apertura a lunetta irregolare superiore, dove si trovano analoghe concrezioni simili alle stalattiti tipiche delle grotte. Ai due lati dell'entrata si trovano altrettante nicchie che contengono le statue di Cerere e Apollo di Baccio Bandinelli. All'interno opere di Bernardino Poccetti, Vincenzo de' Rossi, Giambologna.