La chiesa era parte del monastero fondato nel 1604 da varie nobildonne napoletane tra cui Cassandra Caracciolo, Ippolita e Caterina Ruffo, Caterina Tomacelli, secondo la regola agostiniana. Nel 1611 le monache si trasferirono nel convento di Santa Maria degli Angeli, ribattezzandolo col nome di San Giuseppe, e alcuni anni dopo si decise di costruirgli una nuova chiesa, abbattendo quella esistente, e nuovi chiostri.
La facciata della chiesa ha una struttura a portico con corpo superiore avanzato; l'atrio è preceduto da una doppia rampa di scala ed il corpo superiore ha il timpano di derivazione borrominiana, forse per i contatti culturali che avevano i progettisti napoletani con Roma.
L'interno, a croce latina con cappelle, è decorato da marmi commessi. L'altare maggiore è stato realizzato dallo stesso Dionisio Lazzari, con sculture di Matteo Bottiglieri; l'altare del transetto destro fu disegnato dallo stesso Arcangelo Guglielmelli con Sacra Famiglia del Pomarancio; il transetto sinistro presenta invece un altare di Bartolomeo e Pietro Ghetti, su disegno del Vinaccia, con statue di Giuseppe Sammartino e dei fratelli Ghetti, e una tela di Luca Giordano.
La cupola fu affrescata da Francesco de Mura; mentre nelle cappelle laterali sono conservate tele di Giacomo Farelli, Giacinto Diano e Antonio Sarnelli.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.