Il castello di Fumone è stato la principale fortezza militare dello Stato Pontificio del Basso Lazio; fu usato per oltre 500 anni (XI-XVI secolo) come punto di avvistamento. Le fumate che venivano prodotte dall'alta torre comunicavano in tutta la Campagna e Marittima che dei nemici si erano immessi sulla via Casilina ed avvertivano la popolazione di trovare un rifugio. Da ciò nacque l'adagio popolare: Quando Fumone fuma, tutta la campagna trema ed anche il nome del paese. Grazie alla sua posizione strategica, Fumone si rivelò nella storia una fortezza inespugnabile e furono vani i tentativi di conquista anche da parte di Federico Barbarossa ed Enrico VI; ci riuscì solamente papa Gregorio IX nel tredicesimo secolo ma pacificamente e sotto pagamento di un ingente somma di denaro.
Il castello conserva nel museo interessanti reperti archeologici e comprende anche un giardino pensile, realizzato dalla famiglia Longhi nel Seicento. Il giardino sospeso, ricavato dall'unificazione dei camminamenti di ronda, dei fossati e dei quattro torrioni interni, è uno dei rari esempi nel suo genere in Europa, ed è tipico dell'arte del giardino classico all'italiana.
Nel castello sono stati preservati due luoghi, nel piano nobile, riconducibili a papa Celestino V. Uno è la cappella costruita nel XVIII secolo in sua memoria. Attigua alla cappella è la cella dove venne rinchiuso e dove l'ex papa trascorse gli ultimi 10 mesi di vita, praticamente murato vivo.
Dalla pittura, alla scultura, dalla fotografia alla ceramica, e financo elementi di design sono presenti nella galleria del castello di Fumone, opere d'arte realizzate da numerosi autori tra cui : Ignazio Schifano, Marco Stefanucci, Luciano Ventrone, Mario Schifano, Bruno D'Arcevia, Tommaso Gismondi, Pino Musi, Carlo Cecchi, Piero Pizzi Cannella, Claudio Marini, Fausto Roma, Massimo Lippi, Ugo Attardi, Rocco Iannelli, Giovanni Tommasi Ferroni, Claudio Bogino, Vincenzo Pizzorusso, Carla Viparelli, Elena Braccialini, Luigi Frappi, Riccardo Tommasi Ferroni, Jack Finnerty.
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