Con l'apertura al pubblico della Biblioteca Ambrosiana, l'8 dicembre 1609, nasceva quella che nel 1623 Galileo Galilei scrivendo al cardinale Federico definì « ...l'eroica et immortal libreria ». Il patrimonio originario comprendeva circa 30.000 stampati e 8.000 manoscritti, acquistati da ogni parte del mondo, fino dalle lontane terre d'Arabia, Cina, Russia, Indie e Giappone, tra i più preziosi della storia della cultura e della scienza sia occidentale sia orientale. Possiamo ricordare tra questi l'Ilias picta del V secolo, già appartenuta a Gian Vincenzo Pinelli, il Virgilio di Francesco Petrarca, il كتاب لاحيوان Kitāb al-Hayawān miniato di Amr b. Bahr al-Giāhiz, la mappa cinese《萬國全圖》 di Giulio Aleni. La fama dell'Ambrosiana le attirava altre eccezionali donazioni, come i codici di Leonardo offerti da Galeazzo Arconati nel 1637, e il meraviglioso Museo di Manfredo Settala. Le donazioni continuarono nei secoli, consentendo nel 1909 l'acquisizione dei 1600 codici arabi del fondo Caprotti, fino a quelle più recenti dell'indologo Enrico Fasana, dell'Istituto italo-cinese Vittorino Colombo e di altre istituzioni culturali italiane e straniere.
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