La basilica di San Prospero è un edificio religioso sito in piazza San Prospero, nel cuore del centro storico di Reggio Emilia. È dedicata al patrono della città. Testimonianza insigne del barocco emiliano, è collocata nel centro di Reggio Emilia e ospita, sotto l'altar maggiore, le vestigia del santo traslate dal monastero omonimo a lui dedicato, posto fuori le mura della città e abbattuto nel corso del XVI secolo in occasione della "tagliata" (abbattimento degli edifici adiacenti le mura per circa 600 metri) voluta per ragioni difensive.
La facciata risale alla metà del Settecento, opera di G.B. Cattani, e ospita undici statue di Santi protettori e dottori della Chiesa. Al limite del sagrato sono collocati sei caratteristici leoni in marmo rosso di Verona la cui destinazione originale era di sostenere sei colonne per costruire tre pronai davanti alle tre porte della Basilica. Le sculture (1503) sono tradizionalmente attribuite allo scultore reggiano Gaspare Bigi e non furono mai terminate. I leoni furono sistemati nell'attuale posizione nel 1748. Oggi è preponderante, nell'ambito della storia dell'arte, la teoria per cui questi manufatti siano in realtà stati riutilizzati nella prima ricostruzione cinquecentesca e siano, per la loro arcaicità, di epoca precedente, probabilmente romanica. Al sopracitato scultore reggiano verrebbero attribuiti esclusivamente i basamenti, in uno dei quali è presente il profilo di Girolamo Pratonieri, nobile reggiano, finanziatore della ricostruzione. È solito trovare bambini a cavalcioni su questi animali. Ormai è diventata una vera e propria tradizione farlo, nonostante sia stato vietato dal Comune A destra della facciata si erge il campanile ottagonale incompleto, ideato da Cristoforo Ricci e riveduto nel progetto da Giulio Romano.
L'interno a tre navate e croce latina, ospita nelle navate laterali opere pittoriche di autori cinquecenteschi, tra i quali Giovanni Giarola, Michelangelo Anselmi, Denis Calvaert, Ludovico Carracci e Tommaso Laureti. Tra le opere seicentesche si ricordano le pale d'altare di Alessandro Tiarini e di Francesco Stringa. Notevoli anche i gruppi scultorei opera di Bartolomeo Spani e Prospero Sogari d. Il Clemente. Nella 5ª cappella destra, la cappella Pratonieri, è conservata nella cornice originale una copia de La Notte del Correggio, venduta nel 1745 dal duca Francesco III d'Este all'elettore di Sassonia e conservata nella Gemäldegalerie di Dresda.Il presbiterio è ornato da un notevole ciclo pittorico, risalente alla fine del Cinquecento, opera di Camillo Procaccini e Bernardino Campi. Alla base è posto un coro ligneo (1545) intagliato e intarsiato dai De Venetiis.
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