Passando sotto il grande arco della Porta esterna del Vespignani si entra nel cortile interno del Museo ove sono collocati busti in bronzo dei più illustri rappresentanti del Corpo, unitamente al monumento ad Enrico Toti, il più romano tra i bersaglieri, volontario per vocazione.
Dal lato nord del cortile si accede ai locali interni in cui sono esposti i cimeli ed i ricordi relativi alla istituzione e all’evoluzione del Corpo, seguendo il filo logico delle vicende alle quali parteciparono reparti di bersaglieri. Al piano terreno sono ubicati: la saletta La Marmora, il Salone d’Onore ed il Sacrario. Nella saletta La Marmora, sotto il busto del Fondatore, sono esposte due carabine, con fiaschetta per polvere a misurazione automatica per il rapido caricamento, da lui ideate prima del 1836; uno dei due modelli fu adottato nel 1839 quale armamento base per i primi reparti di bersaglieri. Nel Salone d’Onore tra i diversi preziosi cimeli c’è la Proposizione originale, uno scritto di pugno da La Marmora per ottenere dal re Carlo Alberto la costituzione del Corpo, documento che è alla radice di tutta la sua successiva e gloriosa vicenda. Il pianterreno si conclude con il Sacrario dedicato agli oltre centomila Caduti per la Patria; la Sala, al cui centro è esposta la sciabola che La Marmora impugnò l’8 aprile 1848 a Goito, ha nella parete di fronte un ritratto ad olio del Fondatore affiancato da due grandi teche contenenti le medaglie al valore collettivo assegnate ai reparti bersaglieri dal 1848 ad oggi.
Nei locali del primo piano sono esposti i cimeli, le documentazioni ed i ricordi relativi alle campagne del Risorgimento, dal 1848 al 1866, taluni di estremo interesse storico e documentario, quali uniformi, armi da fuoco e armi bianche personali fino ai ricordi delle campagne contro il brigantaggio nelle province meridionali dopo il 1860.