Il Museo delle Civiltà è all’EUR, quartiere a sud di Roma, e ha sede nel Palazzo delle Scienze, con le collezioni dell’ex Museo Preistorico “Luigi Pigorini”, dell’ex Museo d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, con le Collezioni Paleontologiche e Lito-Mineralogiche dell’ISPRA e dell’alto Medioevo, e nel Palazzo delle Arti e Tradizioni Popolari con la collezione del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari.
Il Museo delle Civiltà conserva la più ampia e articolata collezione preistorica italiana, composta da oltre 150.000 reperti provenienti da siti archeologici italiani e internazionali, lungo un arco cronologico che si estende dalle più antiche fasi dell’età della pietra fino alle prime forme di scrittura. Nel nuovo percorso sono esposti i reperti delle collezioni del Museo più conosciuti dal pubblico, insieme a reperti raramente o mai esposti: l’originale del cranio neandertaliano Guattari 1 dalla Grotta Guattari Circeo; le tre “Veneri” dai siti Savignano, Lago Trasimeno e La Marmotta; le piroghe recuperate dal fondo del lago di Bracciano, insieme a centinaia di reperti dal villaggio neolitico de La Marmotta; la necropoli e l’abitato eneolitico di Gricignano d’Aversa; la cosiddetta Tomba della Vedova, i materiali del sito di Polada e il “ripostiglio” di Coste del Marano; un “bronzetto” di guerriero e le spade rituali della cultura nuragica.
Il Museo delle Civiltà offre uno sguardo unico sulla diversità culturale e sull’importanza del dialogo tra le civiltà, rendendolo un punto di riferimento per studiosi e appassionati. Le sue collezioni etnografiche, in particolare, sono fondamentali per lo studio della cultura non europea, contribuendo a sfatare stereotipi e a promuovere una visione globale della storia.
Un altro elemento rilevante è il contributo del museo alla conservazione delle culture non europee, in particolare le collezioni provenienti dall’Africa, dall’Oceania e dall’Asia. Le sale ospitano reperti di culture lontane nel tempo e nello spazio, permettendo anche di fare una riflessione sul mondo del colonialismo e sull’importanza di una rappresentazione accurata e rispettosa delle culture globali. La visita offre un’occasione per riflettere sulla diversità culturale e sulle questioni legate all’etnografia, specialmente oggi, in un’epoca in cui si discute molto di inclusività e decolonizzazione dei musei.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.