La basilica di San Pietro in Vincoli è un luogo di culto cattolico del centro storico di Roma, situato nel rione Monti, sul colle Oppio; è anche detta basilica Eudossiana dal nome della fondatrice, Licinia Eudossia, ed è nota soprattutto per ospitare la tomba di Giulio II con il celebre Mosè di Michelangelo Buonarroti.
La facciata chiusa dal portico, si affaccia sulla Piazza di San Pietro in Vincoli, è circondata dalle mura del convento. La parte esterna dell'abside è del V secolo è visibile da via Delle Sette Sale. L'abside e i muri esterni appartengono alla struttura originale del V secolo, la facciata con il portico, appartengono alle ristrutturazioni di Sisto IV e di Giulio II. Il portico, costruito su progetto di Baccio Pontelli, è composto di cinque archi sostenuti da sei colonne ottagonali, è chiuso da una cancellata di bronzo, su i capitelli lo stemma di Giulio II. Il portale esterno in marmo della basilica, risale al V secolo; la parte interna è stata modificata nel XVI secolo.
La volta è a botte ribassata, ricoperta a cassettoni realizzata da Francesco Fontana nel 1706. Alla base della volta, è esposta divisa in due la trave della catena centrale risalente ai lavori di ristrutturazione del 1465 eseguiti a sue spese dal cardinale Cusano, del quale si legge il nome e la data in numeri romani. Al centro del soffitto campeggia imponente un grande affresco dipinto nel 1706 da Giovanni Battista Parodi; esso rappresenta un fatto accaduto nel 969, un conte al seguito dell'imperatore Ottone I di Sassonia che viene liberato dal demonio al contatto delle catene di san Pietro.
L'abside è stata dipinta nel 1573 da Jacopo Coppi. Nel catino, sono rappresentate le scene della Ricrocifissione di Beyrut, avvenuta nel VII secolo, l'immagine di Cristo crocifissa per sfregio gettò sangue. La parete è coperta da tre grandi affreschi: a sinistra la Liberazione di Pietro dal carcere di Gerusalemme per opera dell'angelo, al centro Eudocia che riceve le catene da Giovenale, a destra Eudossia che mostra le catene al Papa. Ai lati dell'abside maggiore, si affacciano sul transetto due absidiole: quella di sinistra, del XIX secolo, è caratterizzata dal dipinto dell'Immacolata, di Giuseppe Bravi, posto sopra l'altare; quella di destra, già dei conti Silvestri, la pala del Guercino Santa Margherita di Antiochia (1644).
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.