I reperti conservati nel museo furono raccolti dall'archeologo Giovanni Jatta nei primi anni dell'Ottocento. Successivamente venne arricchita dall'omonimo nipote, e venne ceduta allo Stato nel Novecento. Il museo, costituito da quattro sale contenenti quasi esclusivamente materiale ceramico della Magna Grecia, è ospitato nel piano terra dell’ottocentesco Palazzo Jatta e raccoglie materiale proveniente dalla vasta e ricca necropoli peucetica di Ruvo di Puglia, vittima, nei secoli scorsi, di scavi abusivi che hanno distribuito oggetti in tutto il mondo.
Il Museo Jatta costituisce uno dei rarissimi esempi di collezione privata ottocentesca rimasta inalterata nella concezione museografica originaria e rappresenta, per quell’immutato rapporto tra contenuto e contenitore, un documento attraverso il quale è possibile risalire alle forme architettoniche, all’arredo e alle idee che hanno presieduto la sua realizzazione, fornendo una preziosa testimonianza della temperie culturale del XIX secolo.