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Ugolino di Nerio

Ugolino di Nerio


Ugolino di Nerio (Siena, 1280 circa – 1330-1335) è stato un pittore italiano attivo a Siena del quale si hanno notizie solo dal 1317 al 1327. Insieme a Segna di Bonaventura fu il più fedele dei seguaci di Duccio di Buoninsegna. È stato un pittore molto fecondo e di grande fama, che ha contribuito all'affermazione della pittura senese a Firenze con commissioni prestigiose per gli altari maggiori delle due principali basiliche, Santa Maria Novella e Santa Croce, in contemporanea con il ritorno in città di Giotto, che proprio a Santa Croce aveva creato attorno a sé una scuola indipendente.

Nato presumibilmente a Siena attorno al 1280, fece parte di una famiglia di pittori con il padre Nerio e i fratelli Guido e Muccio pure artisti. Il Vasari gli dedica un cenno nelle sue Vite, pone come data di morte il 1349.

L'unica sua opera firmata è un polittico datato 1325 per l'altare maggiore della basilica di Santa Croce a Firenze, oggi smembrato e disperso in vari musei stranieri. Sulla base dello studio di questa opera gli è stata attribuita una folta serie di lavori ed è stato ricostruito il suo percorso artistico a partire dalla collaborazione con Duccio alla celebre Maestà della Cattedrale di Siena (1308-1311), oggi al Museo dell'Opera metropolitana del Duomo, nella quale la mano dell'allievo è stata riconosciuta nei busti degli apostoli della parte superiore.

L'autonomia artistica dovrebbe risalire al 1315, ma già dal 1320 circa il suo stile si definisce maggiormente e si arriva alla maturità artistica, caratterizzata da una forte spiritualità dei soggetti e la notevole eleganza delle figure: a questo periodo risale il Trittico ora agli Uffizi, dai forti tratti alla maniera di Duccio e di Simone Martini.

Anche la scelta dei colori più brillanti rispetto al suo maestro gli è peculiare, forse influenzato dall'attività Simone Martini. Tra le opere di questa fase sono state riconosciute alcune Madonne, una alla Lehman Collection e una nella chiesa dei Servi di Montepulciano, vicinissime alla monumentale tavola per Santa Croce, che con i suoi ben sette scomparti con la Vergine e vari Santi, doveva essere uno dei più spettacolari polittici del Trecento.

Vasari vide questa pala nella sua collocazione originale ed attribuì a Ugolino anche un'altra tavola, che dichiarava di aver visto nella cappella Bardi della stessa chiesa, nonché un polittico per la chiesa di Santa Maria Novella, oggi disperso e non ancora identificato, a parte la zona centrale con la Madonna col Bambino che si trova nella chiesa della Misericordia a San Casciano Val di Pesa.

Ma l'altare di Santa Croce non fu un episodio isolato, ma fu la più importante commissione in una serie di opere che i francescani gli affidarono: oggi sono stati individuati almeno otto polittici smembrati in vari musei o sopravvissuti solo come frammenti riconducibili al suo stile e frutto di tali commissioni come gli scomparti con San Pietro e San Francesco, sempre nella chiesa della Misericordia di San Casciano Val di Pesa che probabilmente facevano parte di una replica in tono minore del grande polittico di Santa Croce.