Piermatteo d'Amelia
Piermatteo di Manfredi, detto Piermatteo d'Amelia o da Amelia (Amelia, 1445-1448 – 1508 circa), è stato un pittore italiano, spesso confuso con il quasi omonimo Piermatteo Lauro.
L'artista è citato per la prima volta come garzone di Filippo Lippi, quando, tra il 1467 e il 1469, è attivo nella decorazione dell'abside del Duomo di Spoleto (Storie della Vergine). Tra il 1479 e il 1480 fu a Roma, probabilmente grazie ai rapporti con la potente famiglia amerina dei Geraldini, casato così in vista da poter ospitare Sisto IV ad Amelia, in uno dei propri palazzi. A Roma è incaricato di dipingere la volta della Cappella Sistina, decorandola con un cielo stellato. Questo affresco sarà poi coperto da Michelangelo con i suoi affreschi della volta Sistina. Questa prima decorazione della volta Sistina è documentata da un disegno attribuito a Piermatteo conservato agli Uffizi.
Tra il 1480 e il 1482 è attivo a Orvieto come decoratore di statue e doratore di arredi sacri e mostre di orologi. A questo periodo è da far risalire l'ancona per la chiesa di Sant'Agostino, oggi smembrata e divisa fra varie collezioni, tra cui la Gemäldegalerie di Berlino. Tornato a Roma viene richiamato a Orvieto nel 1482, dove il Consiglio dell'Opera del Duomo gli affida la decorazione della cappella di San Brizio, poi affidata più tardi a Luca Signorelli; all'anno successivo è datato l'affresco realizzato a Narni, raffigurante la Madonna col Bambino e le sante Lucia e Apollonia.
Dal 1485 è a Roma, dove lavora per i papi Innocenzo VIII e Alessandro VI. Nel 1497 è nominato conservatore della città di Fano, mentre nel 1503 è soprintendente per le fabbriche papali di Civita Castellana.