Macrino d'Alba, pseudonimo di Gian Giacomo de Alladio (Alba, 1460 - 1465 circa – 1520 circa), è stato un pittore italiano, attivo in Piemonte e a Pavia tra il 1495 ed il 1513.
Nulla si sa del suo avviamento all'arte pittorica, nella natia città di provincia, facente parte di una piccola signoria, quella dei Paleologi, Marchesi del Monferrato. La sua presenza a Roma, dove Gian Giacomo dovette giungere, grazie a conoscenze influenti, attorno al 1490, è invece data per certa. Proiettato nella capitale artistica del suo tempo, l'effettiva formazione di Macrino avvenne attraverso lo studio dei maestri toscani e umbri – quali Luca Signorelli e il Perugino - che operavano presso la sede pontificia.
Si avverte nell'attività ritrattistica di Macrino una precisa volontà di assimilare la lezione di Leonardo, manifesta soprattutto in alcuni quadri devozionali raffiguranti la Madonna del Latte (collezioni private); tuttavia non si può, in alcun modo, parlare di un Macrino 'leonardesco' in senso stretto, perché rimase sostanzialmente fedele ai principi pittorici appresi a Roma nei suoi anni giovanili. Si può comunque riscontrare nella sua più tarda produzione (citiamo la Madonna in adorazione del Bambino, Santi e donatore del 1505 e l'altra Madonna in adorazione del 1508 della Collezione Kress dipinta per il Duomo di Torino ed ora alla Sabauda) una miglior capacità compositiva e una più sentita umanità, non disgiunta, forse, dal confronto torinese con le opere di Martino Spanzotti.