Fabrizio Chiari (c.1615–1695) è stato un pittore e incisore italiano che ha trascorso tutta la sua vita a Roma.
Poche sono le notizie sul suo conto. Secondo il biografo Pio (1724), si sarebbe formato disegnando con grande passione le sculture classiche e nella sua prima giovinezza avrebbe frequentato i migliori pittori romani contemporanei. La sua attività fu dedicata soprattutto all'incisione attraverso la riproduzione di grandi opere dei pittori del Seicento tra i quali il Domenichino e il Poussin.
La sue prime incisioni datano 1635 e 1636, e furono tratte da due tele di Poussin. Verso il 1645 fu impegnato nella decorazione di S. Martino ai Monti: suo è certamente un dipinto che raffigura S. Martino mentre dona il suo mantello a un povero. Nel 1635 divenne aggregato dell'Accademia di S. Luca e nel 1655 fu creato accademico di merito. Avendo acquistato una certa padronanza della tecnica a olio e a fresco, Chiari lavorò per committenti stranieri e anche per Cristina di Svezia. Tra il 1656 e il 1657 lo troviamo nell'elenco dei pittori impegnati da Pietro da Cortona del palazzo pontificio a Montecavallo.
Nel 1678 dipinse gli affreschi nella chiesa dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso. Si conservano altre sue opere in diverse chiese romane, tra cui la pala d'altare raffigurante S. Francesco di Sales nella chiesa di Trinità dei Monti; un quadro raffigurante S. Tommaso di Villanova nella di S. Maria del Popolo; una tela con S. Apollonia nella chiesa di S. Anastasia; una tela raffigurante S. Maria Maddalena nella collegiata di S. Celso in Banchi e altre ancora nella chiesa di Regina Coeli.