
Andrea Boscoli
Andrea Boscoli (Firenze, 1560 circa – 1607) è stato un pittore italiano.
Allievo di Santi di Tito intorno al 1575, secondo Filippo Baldinucci: «diventò molto pratico imitatore della maniera del maestro talmente che forse qualche opera di questo sarebbe stata cambiata con quelle di lui».
Le sue prime opere note sono due disegni circolari di un Trionfo di Bacco e di un Sileno, datati 1582, rispettivamente a Weimar e agli Uffizi che, come ricorda il Baldinucci: «A Carlo Davanzati fece due disegni in tondo per intagliarsi in sottocoppa d'argento, ove figurò favole di Sileno e Bacco che furono stimati bellissimi.»
Negli anni ottanta compie un viaggio di studio a Roma, come testimoniano disegni a penna e acquerello di statue antiche e di fregi di Polidoro da Caravaggio, di un segno rapido e spigoloso. A questo decennio appartengono le tele, attribuite, de Il trionfo di Mardocheo del LACMA di Los Angeles e delle Nozze di Cana degli Uffizi, dove le figure richiamano Santi di Tito e il gusto dei particolari preziosi appartiene alla cerchia manierista dei pittori medicei.
Nel 1587 affresca nel chiostrino di San Pier Maggiore di Firenze un Martirio di san Bartolomeo con figure manieristiche dai colori trasparenti e ombre colorate. Nell'affresco, staccato e trasferito su tela, nel chiostro dell'oratorio di San Pierino a Firenze, trasforma il tremendo scoiamento del santo, che dovrebbe essere un esempio devozionale per i buoni cattolici, in una scena di indifferente curiosità: relega il martirio in secondo piano e lo rappresenta con tonalità chiare e trasparenti, mettendo in primo piano un soldato in una posa pomposa alla Zuccari, e tre figure che mostrano riferimenti al Pontormo.
Dal 1600 opera nelle Marche, dove ha la disavventura di essere accusato di spionaggio e imprigionato per poco tempo; nel monastero di San Luca di Fabriano produce i suoi capolavori, un'Annunciazione, una Madonna e santi, una Natività ora nella locale Pinacoteca e affresca la volta del Brefotrofio. Nella tradizione manieristica della regione derivante dallo Zuccari e dal Barocci porta una pittura composta e armoniosa nella ricchezza della luce e del colore.
Nel 1606 il pittore ritorna al Firenze e qui sarebbe morto nei primi mesi del 1607.