L'Alberoni lasciò in eredità al Collegio i suoi preziosi dipinti che sono registrati nell'inventario del suo palazzo romano risalente al 1735 e steso personalmente dallo stesso cardinale.
Le preferenze del cardinale in fatto di quadri si rivolgevano tanto verso i maestri contemporanei attivi nel campo della "pittura di storia", quali Gian Paolo Panini, Domenico Maria Viani (1668-1711) e Sebastiano Conca (1676-1764), quanto verso la "pittura di genere", nature morte, "bambocciate", paesaggi e marine, con opere di grande qualità di specialisti come Michelangelo Cerquozzi (1602-1660), Gaspard Dughet (1615-1675), Eberhart Keilhau (1624-1687), Antonio Gianlisi (1677-1727) e David de Coninck (1643-1701).
Da ricordare i dipinti attribuiti ad alcuni dei più rilevanti pittori del Seicento quali Guido Reni (1575-1642) con il San Pietro che piange, Luca Giordano (1632-1705), Giovanni Battista Gaulli (1639-1709), detto il Baciccio, rappresentato dal bel ritratto di papa Clemente IX, e Angelo Caroselli (1585-1652), con l'Allegoria della giovinezza e della vecchiaia che il cardinale pensava fosse di mano del Caravaggio.
Da Segnalare l’opera più importante della Pinacoteca: il Tondo rappresentante la Madonna che adora il Bambino con San Giovannino del Botticelli.