Il Museo delle Scienze geologiche e archeologiche dell’Isola di Pianosa è stato realizzato in alcune stanze della ex Direzione del Carcere dell’isola. La struttura è caratterizzata da due serie di stanze, in alcuni casi comunicanti, separate da un lungo corridoio, sul quale si aprono gli ingressi alle stanze stesse. Il museo è composto, oltre che da quattro sale espositive, anche da altri cinque ambienti dedicati ad attività didattiche, divulgative o ricreative: un laboratorio, una biblioteca/sala lettura, un’aula microscopi e una sala congressi con 40 posti.
La prima stanza è nominata “Vietato non toccare” ed espone tipologie di minerali tipiche di Pianosa con i quali i visitatori possono interagire. Il percorso di visita si apre così in modo “emozionale”. Da questa sala si potrà passare direttamente alla seconda, dedicata alla geologia dell’isola, alla sua evoluzione paleogeografica ed alle ricostruzioni paleo-ambientali testimoniate sull’isola dalla presenza di scheletri di cervidi. L’ordine di esposizione cronologico è mantenuto anche per la parte archeologica, che espone per primi i contesti preistorici proponendo anche la ricostruzione di un forno ad uso domestico databile al Neolitico antico.
La successiva sezione, dedicata alla parte romana, contiene sia reperti recuperati sull’isola, in particolare dalla Villa di Agrippa e da Villa San Giovanni, che provenienti da relitti marini, come le anfore depositate su sabbia a ricreare il contesto di rinvenimento. L’allestimento termina con la ricostruzione di una sepoltura romana con tanto di ”Obolo di Caronte”, moneta da dare al traghettatore delle anime nel regno dei morti.