Il Museo presenta il lavoro degli arrotini ambulanti originari di Cinte Tesino attraverso oggetti, documenti d’archivio, videofilmati e soprattutto fotografie, grazie alle quali viene individuato con il proprio nome ogni singolo moléta ritratto in un determinato contesto di lavoro. Dalla fine dell’Ottocento alla metà del secolo scorso, infatti, molti erano coloro che dal paese si dirigevano verso Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania per affilare a domicilio strumenti da taglio quali roncole, scuri, accette, forbici da tosa, potatoi, ecc. La mola era montata originariamente su una struttura di legno che veniva spinta a mano, in seguito su una bicicletta. Gli arrotini, che lungo i loro percorsi trovavano accoglienza nelle stalle e nei fienili delle case contadine, tornavano a casa a primavera per dedicarsi ai lavori agricoli. Alcuni si sono trasferiti definitivamente nelle città che erano soliti percorrere, dove hanno aperto negozi di coltelli.