Recentemente allestito, accoglie nei locali di un complesso scolastico la collezione archeologica della famiglia Ciacci, formata fra la fine dell’Ottocento e gli anni ’30 del Novecento. Molti reperti dovrebbero essere riferibili all'attività di ricerca e scavo svolta da Riccardo Mancinelli negli anni tra il 1895 e il 1903 che esplorò in maniera sistematica, pur senza darne un’adeguata documentazione, i principali centri etruschi delle valli del Fiora e dell’Albegna, scoprendo tra l’altro la necropoli di Poggio Buco, e sepolcreti a Pitigliano e a Sovana. Ma è all’esplorazione di Saturnia che il Mancinelli dedicò più interesse, grazie anche alla collaborazione prestata dalla famiglia Ciacci che gli permise di investigare le tombe delle necropoli etrusche disposte nei pressi della città.
Tra gli oggetti esposti spiccano tre piccole brocche a forma di anatra: la prima risalente al periodo tra il 350 e il 280 a.C., fabbricata a Tarquinia; la seconda, coeva, è fabbricata invece a Chiusi; la terza, risalente agli anni tra il 120 e il 90 a.C., è caratterizzata da un vivace colore rosso. Non mancano tuttavia corredi per banchetti, lucerne, gioielli, vasellami, ciotole, un curioso amuleto fallico ed un interessante cratere con quattro manici (575-550 a.C.) su cui sono scolpiti piccoli volti in bassorilievo.