Entro l’affascinante cornice del Castello di Torre, eretto nel XIII sec. dal Patriarca di Aquileia per usi militari, il museo ricostruisce il tessuto insediativo antico dell’alta pianura pordenonese occidentale, a cominciare dall’alta preistoria rappresentata dagli accampamenti paleolitici del Piancavallo e del Bus d’la Lum e dalle stazioni neolitiche di Fagnigola e di Palù di Livenza, uno fra i siti palafitticoli neolitici più antichi, da poco inserito dall’UNESCO nella lista del patrimonio mondiale.
Il definitivo consolidamento, con l’età del bronzo e del ferro, di un assetto demografico facente leva su villaggi fortificati e naturalmente difesi – i castellieri – è esemplificato dai reperti di Gradisca, Palse di Porcia, Monte Castelir presso Caneva. La cultura dei castellieri sopravvisse sino alle soglie della romanizzazione, documentata da diversi ritrovamenti di carattere funerario o legalo a situazioni abitative. Fra le testimonianze di quest’epoca particolare evidenza possiede la villa romana di Torre, indagata alla metà degli anni Cinquanta dal conte di Ragogna, ultimo discendente dei proprietari del luogo, cultore di antichità che compì personalmente scavi archeologici e destinò a funzione museale le sale del castello.
Oltre a una campionatura di materiali costruttivi relativi alle strutture architettoniche del complesso e di prodotti ceramici in uso durante le sue fasi di vita, al visitatore si offre l’opportunità di avere una visione d’insieme di come potevano presentarsi un tempo alcuni ambienti affrescati della villa. Grazie alla ricostruzione della decorazione parietale di due vani e al riposizionamento di frammenti di intonaco originale con motivi ornamentali e figure, sono riproposte una scena di Amazzonomachia, forse riferibile a un ambiente di rappresentanza, e una decorazione più semplice, a pannelli rossi e neri, adatta a un’atmosfera più intima e domestica. La lussuosità delle decorazioni, risalenti agli inizi del I sec. d.C., depone per una prestigiosa titolarità della villa.
Completa l‘excursus temporale proposto dal museo la presentazione di materiali e contesti riferibili a epoca alto medievale e rinascimentale, documentati anche grazie ad alcuni scavi cittadini che hanno restituito butti di ceramiche e scarti di fornaci. Di origine non locale, ma di produzione etrusca o della Magna Grecia sono, infine le ceramiche pervenute al museo grazie alla generosità di due collezionisti.