Il percorso espositivo attuale prevede l’organizzazione delle 183 opere per “gruppi tematici” ospitati in 14 ambienti, nell’intento non solo di poter presentare al pubblico i dipinti, ma anche di poter “raccontare” l’evoluzione della collezione e le mutazioni del gusto di Luciano Sorlini.
La collezione è votata al Settecento veneziano. Ai nomi di Tiepolo, Ricci, Guardi, Canaletto, Rosalba Carriera si affiancano quelli di pittori meno noti, ma fondamentali per lo sviluppo delle arti figurative della Serenissima: Pittoni, Diziani, Molinari, Bellucci, Fontebasso. Impreziosiscono questa straordinaria pinacoteca privata, anche opere di Giovanni Bellini, Bramantino, Savoldo, Padovanino, Celesti, Giuseppe Bernardino Bison, Palma il Vecchio.
Rispetto alle scelte iniziali, connesse soprattutto alla pittura veneziana del XVIII secolo, Luciano Sorlini affinò sensibilmente il proprio istinto, che lo guidò nella scelta di dipinti non solamente veneziani. È il caso dei due straordinari fondi oro, uno del trecentesco artista noto come Maestro di Panzano, l’altro di Gherardo Starnina. Sorprendente la tavola di Ludovico Mazzolino raffigurante la Sacra Famiglia con i Santi Sebastiano e Rocco (1511), la Giuditta con testa di Oloferne del Palmezzano (1459-1539) e il capolavoro assoluto di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto (1698-1767) raffigurante la Vecchia contadina. Eccezionali i recuperi del polittico di Callisto Piazza da Lodi (1500-1561) raffigurante la Natività e Santi (1524) proveniente dalla Chiesa bresciana dei Santi Simone e Giuda Taddeo e delle portelle d’organo di Carletto Caliari (1470-1596) provenienti dalla Chiesa veneziana di San Nicola dei Mendicoli, oggi collocate sulla parete dello Scalone d’ingresso al MarteS.