La sala che ospita la Expo Archeologica vede il proprio percorso da una serie di pannelli che non solo dividono lo spazio ma supportano il visitatore contestualizzando i reperti e illustrando la storia del territorio nei secoli di riferimento.
Il percorso ha una struttura cronologica, principiando dalla doppia lastra di pietra rossa di Castellavazzo che ingloba il fossile di un grande squalo preistorico che popolava i fondali marini bellunesi. A segnare il passaggio all'epoca romana è la famosa stele neroniana (54-68 d.C), base con iscrizione dedicatoria, che fornisce preziose informazioni sull'organizzazione territoriale dell'area in epoca romana.
Nelle teche centrali trovano spazio due tombe ad incinerazione databile tra la fine del I e gli inizi del Ii secolo d.C. ed emerse durante gli scavi in località Crosta negli anni 1996-1997 assieme ad una vasta area di combustione ricca di materiali, rinviabili a pratiche di commemorazione successive. Notevoli sono gli elementi che componevano i corredi funebri delle due sepolture, tra i quali spiccano un piccolo anello d'oro di pregevole fattura e strumenti di scrittura, indici della appartenenza ad una classe abbiente.
Il percorso si chiude con una interessante e riuscita ricostruzione grafica della sepoltura alto-medievale (VI-VII secolo d.C.) venuta alla luce durante gli ultimi scavi della piazza di Castellavazzo del 2009. Lo scheletro appartiene ad un ragazzo tra gli 11 e i 13 anni di età, accompagnato nel suo ultimo viaggio da un coltello a serramanico del tipo "Farra" di notevole qualità di esecuzione.