Di fianco alla Chiesa Parrocchiale, dedicata alla Natività della Vergine, sorge l’abitazione del Cappellano, la Chià dul Caplan, una robusta costruzione risalente al 1607, così come indica l’iscrizione sull’architrave.
L’area museale copre tre piani, al primo piano viene rappresentata la civiltà contadina: si trovano utensili, attrezzi da lavoro, che testimoniano gli antichi mestieri presenti nel territorio. Si possono vedere, ad esempio, il tavolo del ciabattino, del fabbro, un telaio per la tessitura della canapa, gli attrezzi per lavorazione del latte in tutte le sue fasi. Alle pareti sono disposte suppellettili di ceramica, stoviglie, una vecchia cucina , con le bocche per tenere in caldo i cibi.
Di grande interesse è la raccolta di paramenti sacri, si tratta di camici,casule pianete, piviali, stole, alcune delle quali risalenti al seicento e dono delle confraternite di Croveesi emigrati a Roma. Si può anche ammirare l’allestimento di una processione del Corpus Domini completa di sacedote, chierichetti e baldacchino, con altri arredi sacri di grande pregio. L’ultimo piano è dedicato al ricordo di Don Amedeo Ruscetta.
Nel sottotetto è stata ricostruita la camera del vecchio parroco, con il letto originale, dono del padre Carlo. Il sacerdote era un grande conoscitore e amante della natura, è nota la sua grande passione per i rettili in particolare le vipere da cui estraeva il veleno che portava all’Istituto Sieroterapico di Milano. Per questo nella sala adiacente si ammirano esemplari di vipere e di animali da lui imbalsamati.