Il museo archeologico fermano trae origine dal museo privato dei fratelli Gaetano e Raffaele De Minicis, nati nella vicina Falerone alla fine del Settecento e vissuti a Fermo nella prima metà dell’Ottocento. Il museo De Minicis, nel suo gusto eclettico e nella passione per l’antico, affonda le radici in parte nella tradizione settecentesca delle wunderkammers o stanze delle meraviglie, in parte nel culto neoclassico dell’antico di cui Winckelmann fu massimo teorizzatore e di cui furono illustri esponenti l’italiano Scipione Maffei ed il tedesco Athanasius Kircher.
Il Museo conserva i reperti più significativi della raccolta civica e ripercorre la storia della collezione a partire dalla sua nascita e prevede il futuro allestimento della sezione protostorica e della sezione romana che completeranno il racconto della storia più antica della città di Fermo. Il convento di San Domenico è collocato sopra un imponente complesso di cisterne sotterranee di epoca romana (I sec. d.C.) accessibili dal medesimo ingresso. La struttura, utilizzata per raccogliere l’acqua piovana e sorgiva per poi distribuirla a tutta la città, è ancora oggi la più grande mai scoperta in Italia, composta da trenta ambienti disposti su tre file parallele.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.