La parte più importante della raccolta è costituita da sculture miniaturizzate azteche e maya; ceramiche Pueblo (popolo Anasazi) preistoriche; corredi completi di suppellettili dei cow-boys, dai generi d'abbigliamento all'equipaggiamento per cavalcare; raccolta di trapunte (quilt) fatte a mano, significative per la storia della vita dei pionieri.
Nell'esposizione il criterio seguito è quello della successione logica delle varie fasi di sviluppo della civiltà del Sud-Ovest Americano, e i pezzi esposti sono avvalorati da documenti fotografici e cartografici che assolvono una funzione didattica e sono di notevole aiuto al visitatore. Superato l'ingresso si entra nel luogo più particolare: la kiva ovvero la stanza cerimoniale, in lingua Hopi, luogo dove gli anziani si riuniscono per le decisioni, per le sedute, per l'evocazione degli spiriti. Qui la ricostruzione è simulata come struttura architettonica: cella ottagonale, pavimento in sabbia cementata, sedili alle pareti, soffitto a travi accessibile con scala a pioli. Intorno reperti e fotografie completano l'ambientazione. Uscendo dalla kiva si passa nell'ambiente dedicato alla componente europea dell'originaria società del Sud-Ovest americano: la saletta dei pionieri. Qui la fantasia può spaziare tra selle briglie e trapunte a stella, e non manca neppure una pelle d'orso bruno e due di castoro, motivi per cui i cacciatori del sud-ovest si dedicavano all'esplorazione e alla ricerca. Tra questa sala e lo studio gli appassionati d'armi troveranno motivo di interesse tra coltelli etnici, macheti, fucili (tra cui due Winchester del 1894), moschetti e carabine, e quattro pistole. Chi ama i tappeti del mondo invece qui troverà stupendi esemplari Navajo e Chimayo.