Il Museo Etnografico del Po presenta una razionale ed organica esposizione di pezzi, che riportano ad un’epoca in cui la vita aveva connotazioni e ritmi più “umani”. La raccolta è costituita dagli attrezzi per la lavorazione della terra: aratri, erpici, rulli, falci e loro corredi, carri e carriole; le più fantasiose e geniali attrezzature ideate dai contadini per le semine e i raccolti dei prodotti. Un’ala del Museo, dedicata alla sezione “artigiana”, mostra numerosi utensili che da tempo non si usano più.
Interessante la sezione “paleontologia e archeologia”, raccolta di reperti trovati lungo le sponde del fiume, testimonianze di arte, storia e tradizioni restituite dalla corrente a dagli abbassamenti del livello delle acque dopo le piene. Resti di mammut, corna di bisonte, di cervo, di alce, risalenti a quindici-ventimila anni fa, sono la prova che a quell’epoca la valle padana era una foresta; reperti ddell’epoca romana, vasellame; ruderi più recenti come un pozzo artesiano recuperato nel Po e ricostruito nel Museo, risalente al XVIII secolo, quando una vasta area costiera fu travolta e distrutta da una delle tante piene del fiume.
L’ultima sezione riguarda la parte naturalistica, in un moderno e grande acquario, i visitatori possono vedere dal vivo gran parte della fauna ittica è presente nel medio corso del Po osservandone le caratteristiche. Qui è raccolta parte delle specie di pesci che ancora vivono nelle acque del grande fiume, anche se, purtroppo, in sempre più dure condizioni di sopravvivenza. Ogni pesce è descritto da un’apposita “cartella tecnica”. Due diorami illustrano la fauna presente nell’area fino ai primi del Novecento.