Cimeli, dipinti, armi, uniformi, bandiere, croci, medaglie, ma in particolare materiale documentario quali giornali, decreti, opuscoli, bilanci, programmi elettorali, lettere, manoscritti costituiscono la collezione risorgimentale del Museo Irpino. Circa 328 reperti, provenienti dagli archivi Barra, Capozzi, Trevisani e Pironti, raccontano le tappe fondamentali del Risorgimento irpino e nazionale dal 1799 al 1861. La Repubblica napoletana, il decennio francese, i moti rivoluzionari del 1820, i moti del 1848 e l’Unità d’Italia sono le tappe principali del percorso espositivo, in parte cronologico e in parte tematico, che narra gli avvenimenti storici di una provincia che ha dato un contributo fondamentale nella formazione dell’Italia unita.
Fra i documenti esposti, di forte rilevanza storica sono il Decreto di Giuseppe Napoleone del 1806 con cui si abolisce la feudalità nel Regno delle due Sicilie, l’Atto di accusa per gli implicati nelle rivolte del 1820 e la Costituzione del 1848 promulgata da Ferdinando II di Borbone. Arricchiscono il percorso piante geografiche tra cui una mappa topografica della città di Avellino che risale al 1870 circa, realizzata da Federico Amodeo.
Prezioso è anche il nucleo tematico dedicato alle armi con l’esposizione di armi da fuoco ed armi bianche, tra cui una sciabola del XIX secolo, appartenuta ad un ufficiale della Guardia d’Onore del Regno delle Due Sicilie, sulla cui lama è riportata la scritta “Viva Ferdinando II”. Nel 2015 inoltre, sono stati inseriti nel percorso alcuni abiti femminili, testimonianza della moda di fine ’800 in Irpinia,