Visitando il museo si ha la possibilità di conoscere gli aspetti peculiari della lingua ellenofona, confinata già nell’Ottocento nell’Aspromonte meridionale, tra i luoghi più impervi di tutta la Regione, all’interno di comunità agropastorali, che nei secoli, hanno cristallizzato usi e costumi d’impronta greca. Questa antica lingua, attualmente parlata in alcuni comuni del basso Jonio reggino, conserva dorismi risalenti all’VIII secolo a. C., parole andate perdute persino nel greco moderno. Nelle sette sale del museo è possibile approfondire le tesi linguistiche di Rohlfs attraverso foto d’epoca, documenti d’archivio, installazioni audio-visive e ricostruzioni di ambientazioni storiche inerenti momenti salienti della cultura italo-greca. Il percorso museale espone inoltre reperti archeologici, beni storico-artistici e manufatti etnografici, alcuni dei quali collezionati dallo stesso Rohlfs durante i suoi numerosi viaggi in Italia.