Simone Cantoni
Simone Cantoni (Muggio, 2 settembre 1739 – Gorgonzola, 3 marzo 1818) è stato un architetto svizzero-italiano. Detto Cantòn Grigo, fu uno dei maggiori architetti neoclassici in Italia, erede della tradizione dei magistri cumacini. Per circa mezzo secolo svolse un'attività quasi frenetica, lasciando innumerevoli testimonianze, particolarmente a Milano, Gorgonzola, Bergamo, Como e in Brianza.
La famiglia di Simone Cantoni era originaria del comune svizzero di Caneggio, nella Valle di Muggio presso Mendrisio. Da qui e dalle valli attigue, giunsero, nei secoli, notevolissimi artisti e decoratori (da Anselmo e Bonino da Campione, giù sino al Carlo Maderno, al Borromini e molti altri), tutti espressione di una lunghissima tradizione artistica che risaliva alla tradizione dei magistri cumacini. Di Muggio era sua moglie, Giuseppa Fontana, sua nipote: circostanza, forse, causa della morte dei tre figli, che morirono tutti in tenera età. Simone, in particolare, era figlio di Anna Maria Gianazzi e di Pietro Cantoni, capomastro e costruttore, che, da architetto militare al servizio della Repubblica di Genova, progettò varie fortificazioni tra cui il Forte di Santa Tecla.
Nel 1764, a 25 anni, compì un viaggio di istruzione a Roma, dove fu, forse, accolto nella bottega di Luigi Vanvitelli (l'architetto della Reggia di Caserta) e prese parte alle visite archeologiche di Pompei, sotto la guida del napoletano Francesco Lavega. Nel 1767 venne ammesso alla celebre Accademia di Belle Arti di Parma. Qui subì la forte influenza del Petitot, sin dal 1753 responsabile della docenza di architettura all'Accademia, che gli trasmise una duratura ammirazione per l'architettura neoclassica francese.
Nel 1768, terminati gli studi, si recò a Milano, dove non ottenne commissioni pubbliche (ancora monopolizzate dal Piermarini). Si concentrò, quindi, su commissioni private, presso alcune delle ricche famiglie nobili della città. Il suo primo progetto realizzato fu la facciata del Palazzo Mellerio, sul corso di Porta Romana (1772-1774), ben accolto dalla critica ufficiale. Altri e numerosi incarichi ricevette presso le famiglie più importanti milanesi, comasche e bergamasche: ad esempio i Trivulzio, i Borromeo, i Pezzoli, i Perego, i Giovio, i Terzi. Ma il suo intervento più importante è rappresentato dal fondamentale Palazzo Serbelloni (1775) in Corso di Porta Venezia (allora Porta Orientale), ove i riferimenti al neoclassicismo francese si unirono a cospicue citazioni del manierismo italiano del tardo XVI secolo. L'opera gli consentì di confermare la fiducia del marchese Gian Galeazzo Serbelloni, il quale gli affidò, a Gorgonzola, il vecchio feudo della famiglia, il rifacimento del cimitero (1775-1776).