Pasquale Poccianti
Pasquale Poccianti (Bibbiena, 16 maggio 1774 – Firenze, 19 ottobre 1858) è stato un architetto italiano, il principale esponente dello stile neoclassico in Toscana.
Rimasto orfano del padre passò sotto la tutela dello zio, canonico della cattedrale di Fiesole. Dal 1791 studiò architettura all'Accademia di belle arti di Firenze e fu allievo di Gaspare Maria Paoletti.
Sin dal 1794, appena ventenne, fu assunto come apprendista dallo Scrittoio delle Regie Fabbriche, l'ufficio che si occupava di tutti gli edifici pubblici di Firenze e del Granducato. Dal 1802, fu nominato ingegnere aggregato e collaborò con Giuseppe Cacialli, architetto della corte granducale, nei lavori della Villa medicea di Poggio Imperiale; a Poccianti si deve essenzialmente la sistemazione della parte centrale della facciata, caratterizzata da un portico a cinque arcate sopra il quale è impostato un grande loggiato con colonne ioniche. Questo disegno ebbe notevole fortuna, tanto è vero che influenzò il giovane scenografo toscano Antonio Niccolini nella progettazione della nuova facciata del Teatro San Carlo di Napoli. Nel 1806, in epoca napoleonica, ottenne la carica di ingegnere effettivo delle Regie Fabbriche.
In quegli anni si occupò di progettare il rinnovamento delle ville di Poggio a Caiano e di Castello. Tuttavia nel 1807 Cacialli ottenne la carica di "Architetto dei Regi Palazzi e Possessioni", mentre Poccianti fu inviato a Livorno nel ruolo di architetto della Comune di Livorno. Quella che sembrò una bocciatura si rivelò però un'opportunità unica per l'architetto bibbienese, che nella città labronica ebbe modo di eseguire i lavori migliori della sua carriera.
Nel 1817, con la Restaurazione, fu richiamato a Firenze, pur mantenendo gli incarichi in Livorno, e divenne "Primo architetto", ruolo che mantenne fino al 1835, anno in cui fu messo in pensione con la carica di "Architetto consultore", che gli permise tuttavia di seguire i lavori precedentemente iniziati. Frattanto ricevette la carica di "Ingegnere della Guardia del Fuoco", mansione che mantenne fino alla morte, avvenuta nel 1858 proprio a seguito di un incidente accaduto durante un'esercitazione del corpo dei pompieri.
L'architetto venne tumulato nella cappella di Villa Poccianti a Casellina e Torri (oggi Scandicci), acquistata all'inizio dell'Ottocento dalla famiglia Ducci e tutt'oggi abitata dai discendenti dell’architetto.