Giuseppe Bernascone
Giuseppe Bernascone, detto il Mancino e noto anche con il cognome Bernasconi (Varese, 1560 circa – Varese, 1625 circa), è stato un architetto italiano.
Poche notizie documentarie si hanno sulla sua attività. Il suo apprendistato avvenne presso Pellegrino Tibaldi detto il Pellegrini, architetto che fu particolarmente apprezzato dal cardinale di Milano Federico Borromeo per la sua capacità di interpretare in chiave manieristica il programma artistico ispirato dalla Controriforma.
Operò a lungo, tra il 1598 e il 1630 circa, per la ristrutturazione della Basilica di San Vittore a Varese, il cui progetto originale era dovuto a Pellegrino Tibaldi; ristrutturazione che interessò il presbiterio, il tiburio e soprattutto il grande campanile (che disegnò integralmente di suo pugno e al quale da allora è associato il suo nome). Suo è anche il progetto della chiesa dell'Immacolata e della torre campanaria del santuario di Santa Maria del Monte sopra Varese. Nella stessa città lavorò alle Chiese di Sant'Antonio alla Motta (1592-1606, sua è la facciata) e di S. Giuseppe.
Particolarmente attento alla fase di attuazione delle opere nel lavoro di cantiere, alla scelta della manodopera più idonea, all'individuazione delle soluzioni pratiche che si rendevano via via necessarie, Bernascone fu impegnato non solo nella costruzione di edifici religiosi, ma anche nella realizzazione di strade, acquedotti, fontane, ed altro ancora; opere nelle quali si distinse anche per le sue capacità di "urbanista", in grado di ricondurre armoniosamente a sintesi strutture architettoniche e paesaggio. Tali capacità messe a frutto, nella maniera più alta, nella realizzazione del Sacro Monte di Varese, gli valsero anche il coinvolgimento nei lavori del Sacro Monte di Locarno.