La chiesa di San Giovanni in Valle sorge nella parte orientale della città di Verona, sulla riva dell'Adige opposta a quella su cui si trova il centro antico. Forse venne costruita all'interno del vallum del castello di Teodorico il Grande, da cui il nome "in Valle". L'edificio risale alla prima metà del XIII secolo mentre la facciata venne ricostruita nel 1300 a seguito della decisione di ampliare l'interno. Esempio di tipica architettura romanica veronese, l'edificio è collocato con il consueto, al tempo, orientamento occidente-oriente. Oltre alla facciata, di notevole interesse sono le absidi e in particolare l'absidiola a nord (di sinistra), mentre i muri laterali non presentano elementi di particolare rilievo. Completano il complesso un antico chiostro, di cui rimangono solo alcuni resti, un campanile costruito in diverse fasi e la canonica.
Appena entrati nella chiesa, sulla sinistra, vi è, in una nicchia nel muro, una fonte battesimale ottagonale in marmo, la cui realizzazione può essere collocata posteriormente di alcuni secoli alla costruzione della chiesa. Le due navate laterali sono separate da quella centrale attraverso due file parallele di archi a tutto sesto sorretti da un alternarsi regolare, a partire dalla seconda coppia, di colonne e pilastri a base quadrata. tutte dotate di capitello finemente scolpito. Tra questi ve ne è uno caratterizzato dalla rappresentazione, agli angoli, di teste di ariete che ricordano le stesse decorazioni presenti nel capitello che si trova sul muro esterno dell'abside di sinistra facendo presupporre la mano dello stesso autore identificato nel lapicida Pelegrinus, autore di altre opere a Verona. Alle pareti si trovano alcuni lacerti di affreschi di epoche diverse, tra questi si possono riconoscere un probabile Sant'Antonio abate, San Giorgio e il drago con altri due santi, alcuni affreschi sovrapposti risalenti al XII e al XIV secolo raffiguranti Sacra famiglia, san Francesco, sant'Elena, una trascrizione di un'iscrizione in cui si ricorsa che la chiesa venne decorata nel 1184 per opera di un certo Beaguinus.
Alla sinistra dell'altare maggiore, eretto su quattro colonne, vi è un sarcofago paleocristiano la cui realizzazione può essere fatta risalire al IV secolo circa; mirabile per la sua eleganza e il realismo delle figure. Conosciuto anche come "sarcofago dei Santi Simone e Giuda", si presenta interamente scolpito su tre lati, poiché inizialmente venne realizzato per essere appeso a un muro.
A destra dell'altare vi è invece un sarcofago la cui realizzazione è stata collocata, osservandone lo stile, nel III secolo (o secondo altri addirittura al II secolo), facendo così supporre che inizialmente fosse pagano. Realizzato in marmo pario, presenta sul lato fronte una vasta strigilatura, ossia ampie scanalature ondulate, un elemento tipico dei sarcofaghi romani del III e IV secolo. Al centro le strigilature si interrompono per lasciare il posto a una conchiglia in cui sono inseriti i busti di due coniugi che si guardano vicendevolmente: il ritratto del marito, indossante tunica e palio, appare con spiccato realismo, mentre in quello della moglie spiccano i capelli pettinati in trecce secondo l'usanza dell'epoca.
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