La presenza, vicinissima, della stupenda palladiana Badoera ha certamente ispirato l'ignoto architetto che, riguardando sempre al Palladio, ma soprattutto a quello di una realizzazione più lontana, la Malcontenta, ha tracciato questo piacevole, dignitosissimo edificio che arricchisce Fratta, uno degli angoli più suggestivi del Polesine.
Gli ambienti interni presentano una decorazione ad affresco con grottesche, basata sui temi dell'amore e della fecondità, attribuiti per lungo tempo allo stesso Giallo Fiorentino, sono invece opera di Anonimo Grimani, della cerchia artistica di Giuseppe Porta Salviati, cui apparteneva anche il Giallo Fiorentino; è certo che il lavoro fu eseguito verso il 1564, anno del matrimonio tra Isabetta Grimani, figlia di Vincenzo, e Andrea Molin. La villa era dotata all'origine di due barchesse simmetriche, delle quali oggi resta solo quella sul lato ovest.
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